Impegnato nel torneo del Queen’s in cui deve difendere il titolo conquistato lo scorso anno, Matteo Berrettini guarda a Wimbledon 2022 con estrema fiducia. L’italiano – dopo essere rientrato in maniera trionfale dall’infortunio vincendo l’ATP di Stoccarda – sembra avere tutte le carte in regola per essere uno dei grandi protagonisti della parte di stagione sull’erba di Londra. La condizione è ottimale, nonostante uno stop forzato di tre mesi a causa del noto problema al polso.
Berrettini-Wimbledon, Santopadre: “Obiettivo minimo le due settimane”
Solo un anno fa, Matteo è riuscito nell’impresa di arrivare fino alla finale dello Slam. Ecco perché l’obiettivo di quest’anno è quello di ripetersi. A sentire il suo allenatore, però, il traguardo potrebbe essere ancora più ghiotto. In una lunga intervista rilasciata a L’Insider, Vincenzo Santopadre ha parlato in questa maniera:
“A Wimbledon l’obiettivo minimo che ci poniamo è quello di arrivare alla seconda settimana, e da quel punto in poi vedremo quale sarà la situazione e dove si potrà arrivare. In cuor nostro ambiamo al massimo traguardo, poi bisogna anche vedere quali saranno le circostanze specifiche, il tabellone e giocatori che ci troveremo a dover affrontare. Anche lo scorso anno, una volta visto che il giocatore più pericoloso del tabellone era nell’altra metà, io mi ero detto “qui si arriva almeno in finale”. E non era una sparata così tanto per dire, lo pensavo veramente.”
Il coach ha poi chiosato in questa maniera:
“L’assenza prolungata dai campi ha sicuramente reso l’obiettivo della partecipazione alle ATP Finals di Torino più un miracolo che un’impresa. Ma Matteo è molto determinato a riprendersi quello che la sorte gli ha tolto per ritornare più forte di prima.”
Santopadre: “Sinner-Piatti? Ecco il mio punto di vista”
Tra gli altri argomenti toccati, c’è stato anche quello relativo al rapporto tra Sinner e Piatti, suo ex allenatore. Santopadre ha chiarito che le difficoltà attuali dell’altoatesino sono probabilmente dovute al cambiamento di preparazione e allenamento:
“Quando si cambia coach, si cambia anche la persona con cui si passa la maggior parte del tempo nel tour. Non è semplicemente una decisione professionale, ma bisogna che ci sia l’alchimia giusta tra i due anche a livello personale. La componente umana è ancora più importante di quella tennistica, perché quando si è in giro per tornei si passano tante ore insieme, spesso si cena insieme, e se le due persone non si trovano bene insieme è molto difficile far funzionare il rapporto anche a livello tecnico. Si tratta di un cambio molto radicale, che nel caso di Sinner richiederà un po’ di tempo perché possa dare frutti. Credo che Sinner debba essere molto grato a Riccardo [Piatti] per i risultati ottenuti, perché è indubbio che il lavoro eseguito fino all’inizio di quest’anno abbia dato risultati molto importanti: se Sinner è arrivato in Top 10 e alle ATP Finals è sicuramente anche merito di Riccardo. Ora bisogna dar tempo a Simone [Vagnozzi] di gettare le fondamenta del suo progetto con Sinner e valutare i risultati più avanti, quando i due avranno avuto tempo di lavorare insieme.”