Fine settimana con l’edizione estiva di Pitti Uomo a Firenze.
Il salone propone un calendario di eventi e lanci internazionali che coinvolgono aziende e designer di rilievo internazionale. E’ il trionfo della Bellezza. In riva all’Arno arrivano da tutto il mondo e con ogni mezzo. Anche con il treno. E’ comodo il viaggio con l’alta velocità da Milano, Roma, Napoli, Bologna, Venezia, Torino. Si arriva alla stazione Santa Maria Novella, quella che Pupo cantava “per lui che va per lei che resta, un amore che ritornerà”. Che ritornerà, speriamo, a dispetto dell’accoglienza che trova in questa stazione costruita negli anni Trenta dal gruppo di Giovanni Michelucci che vinse il concorso pubblico su oltre 100 concorrenti realizzando un connubio di bellezza formale e funzionalità. Un monumento da tutelare. Ma da qualche anno la stazione Santa Maria Novella è solo un lontano ricordo di quella che rappresentò il primo esempio in Italia di stazione costruita secondo una logica di funzionalità moderna.
Stazione Santa Maria Novella, da monumento a simbolo di cattiva accoglienza
Le sale d’attesa scomparse e i passeggeri costretti a sedere sul pavimento se il treno è in forte ritardo. Ma non è l’aspetto peggiore della stazione. Se dovete prendere il taxi siete costretti a fare la fila sotto un agglomerato di ferri e coperture approssimative alte non più di due metri e tra rifiuti abbandonati. Ci sono lavori in corso per mettere in sicurezza la struttura da cui cadevano calcinacci. E’ il trionfo della Bruttezza. Eppure, siamo a Firenze, a mille metri dagli Uffizi (dove una gru fa parte ormai dello skyline), dall’Arno d’argento e da piazza della Signoria.
Stefano Bisi