Guerra in Ucraina le notizie di oggi 15 giugno – La Russia questa mattina ha chiesto che le forze ucraine rintanate in un impianto chimico di Severodonetsk, depongano le armi e si arrendano. Intanto, le forze armate di Mosca si stanno avvicinando sempre più al controllo della città strategicamente importante, una delle ultime nella regione del Donbas che devono ancora occupare. 

Guerra in Ucraina

La Cina a Putin: sostegno reciproco su sovranità e sicurezza

Dalla Cina arriva la conferma del sostegno a Putin. Pechino è disposta, insieme alla Russia, “a continuare a sostenersi a vicenda su questioni riguardanti gli interessi fondamentali e le principali preoccupazioni come la sovranita’ e la sicurezza, a intensificare il coordinamento strategico tra i due Paesi e a rafforzare la comunicazione e il coordinamento nelle principali organizzazioni internazionali e regionali come Onu, Brics e Organizzazione per la cooperazione di Shanghai”. Lo ha detto il presidente Xi Jinping all’omologo russo Vladimir Putin nella telefonata avuta nel pomeriggio, nel resoconto del network statale Cctv.

Onu: “Preoccupa situazione acqua e cibo in bunker Azot”

L’Onu ha lanciato l’allarme per la situazione preoccupante quanto a scorte di acqua e cibo nei bunker dello stabilimento chimico Azot a Severodonetsk, dove centinaia di civili si sono rifugiati. Come ha sottolineato alla Bbc Saviano Abreu, portavoce dell’ufficio Affari umanitari, “la mancanza di acqua e igiene è una grossa preoccupazione per noi perché le persone non possono sopravvivere a lungo senza acqua”
Anche le scorte di cibo sono a rischio, ha aggiunto, mentre l’ufficio Onu sta facendo preparativi per fornire aiuti alle migliaia di civili intrappolati nella città del Donbass, nel mirino del fuoco dell’artiglieria russa che ne impedisce l’evacuazione.

La città di Severodonetsk ancora in mano ucraina: “Situazione difficile ma stabile”

La zona industriale di Severodonetsk è ancora nelle mani delle forze ucraine, rendendo “possibile connetterla” con la vicina città di Lysychansk: lo ha affermato Oleksandr Stryuk, sindaco della città del Donbass sotto attacco da settimane da parte delle forze russe. “Sforzi sono stati fatti per respingere il nemico verso il centro della città. È una situazione permanente con parziale successo e ritirata tattica in alcuni punti”, ha sottolineato, parlando di una situazione “difficile ma stabile”.

Usa: intensificare impegno comune autodifesa Kiev

“Occorre intensificare il nostro impegno comune per l’autodifesa dell’Ucraina e garantire in maniera ancora più forte che” Kiev “possa difendere sé stessa, i suoi cittadini e i suoi territori”. Lo ha dichiarato il segretario della Difesa degli Usa, Lloyd Austin, nel suo intervento alla riunione del gruppo di contatto Nato per la difesa dell’Ucraina. Kiev “sta affrontando un momento fondamentale sul campo di battaglia” con “la Russia che ha spostato la sua attenzione sul Donbas” e “continua a bombardare indiscriminatamente territori e civili”, ha spiegato Austin. “Tuttavia, c’è una decisa intenzione dell’Ucraina di difendersi”, ha spiegato.

Medvedev, “Chi ha detto esisterà ancora tra 2 anni?”

“Chi ha detto che tra due anni l’Ucraina esista ancora sulle mappe mondiali?”.

E’ il dubbio insinuato dal vice presidente del Consiglio di Sicurezza russo, Dmitri Medvedev che ha commentato così la notizia che Kiev sta cercando di assicurarsi forniture di Gnl per il prossimo inverno con un possibile accordo sul modello ‘Lend-Lease’ con gli Usa, a cui Kiev pagherebbe le consegne in due anni, una volta che la produzione interna di gas verrà aumentata.
  “Solo una domanda”, ha scritto su Telegram l’ex capo del Cremlino, “e chi ha detto che tra due anni l’Ucraina esisterà ancora sulle mappe mondiali?. Questo nonostante gli americani abbiano investito così tanto nel loro progetto anti-Russia”.

“Nato, servono armi pesanti forniremo altri aiuti”

“L’Ucraina ha bisogno di armi pesanti e di equipaggiamenti di ricognizione”. “Mi aspetto che al summit gli alleati accorderanno un pacchetto completo di assistenza all’Ucraina per passare dall’equipaggiamento dell’era sovietica all’era atlantica”. Lo ha dichiarato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, nella conferenza stampa alla vigilia della riunione dei ministri della Difesa. “Stasera incontreremo il ministro della Difesa ucraina per discutere proprio del tipo di armi che servono e come consegnarle”, ha aggiunto.

Kiev all’Italia: più armi non è escalation, ma difesa vita ucraini

L’Ucraina ha lanciato un nuovo appello all’Italia e ai suoi partner e alleati occidentali per la fornitura di armi adatte a respingere l’aggressione russa. “Pensiamo che tutti gli stati devono aiutarci a resistere in questa lotta non alla pari, per questo chiediamo aiuti umanitari e la fornitura di armi pesanti. Per noi la quantità, il tipo e l’urgenza della fornitura di armi è importantissima per poter mantenere i territori e difendere la nostra popolazione. Più armi avremo e più vite salveremo”, ha detto la presidente della Commissione per l’integrazione dell’Ucraina nell’Unione europea della Verkhovna Rada ucraina, Ivanna Klympush.

2600 persone raggiunte in Fvg con Blue dots Unhcr

A poco più di 100 giorni dall’inizio del conflitto e in due mesi di attività i due Blue dots, spazi sicuri dedicati a donne, bambini e persone con esigenze specifiche, aperti ad aprile in Friuli Venezia Giulia da Unchr e Unicef in partnership con Arci, D.i.Re, Save the Children e Stella Polare, hanno già raggiunto 2600 persone. Dall’inizio del conflitto, lo scorso 24 febbraio, sono arrivati in Italia oltre 130.000 rifugiati dall’Ucraina, di cui il 50% sono donne, oltre il 30% bambini e adolescenti, visibilmente colpiti dal conflitto e dalla fuga. Per rispondere ai bisogni più urgenti di minorenni, donne, famiglie e altre persone con esigenze specifiche in arrivo sono stati attivati i due centri di supporto. Sia durante il viaggio che una volta in Italia, le persone costrette alla fuga sono particolarmente vulnerabili, hanno innumerevoli bisogni e sono esposte al rischio di abusi e violenza di genere. Tra le sfide, l’accesso ai servizi quali salute ed educazione, oltre all’orientamento nel Paese d’accoglienza. 

La Russia: “L’Ucraina deve deporre le armi” 

Mikhail Mizintsev, capo del Centro di gestione della difesa nazionale della Russia, questa mattina ha detto all’agenzia di stampa Interfax che le truppe ucraine dovrebbero “fermare la loro insensata resistenza e deporre le armi”. Mizintsev ha promesso che i civili sarebbero riusciti a fuggire attraverso un corridoio umanitario, anche se le sue parole arrivano il giorno dopo che è stato riferito che due dei tre ponti fuori città sono stati distrutti.

Il governatore di Luhansk, Serhiy Haidai, ha affermato che i civili non ce la fanno più a stare nei rifugi e che il loro stato psicologico è al limite. Inoltre, ha spiegato che i russi controllano circa l’80% di Severodonetsk e ha detto che l’evacuazione di massa dei civili ora è “semplicemente impossibile“.

Circa 12.000 persone sono ancora a Severodonetsk, rispetto alla sua popolazione prebellica di 100.000.

Zelensky: “Le perdite in alcune parti dell’Ucraina sono dolorose”

Il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelenskyy iera sera ha dichiarato che le perdite a Severodonetsk e nella città nord-orientale di Kharkiv sono state “dolorose”.

“Ma dobbiamo resistere: questo è il nostro stato”.

L’Ucraina ha affermato che tra i 100 e i 200 dei suoi soldati perdono la vita ogni giorno, con centinaia di feriti. La Russia non ha fornito cifre, ma si ritiene che anche le sue perdite siano elevate.

Russia mette al bando i giornalisti britannici di alto livello

Sempre ieri sera, la Russia ha pubblicato un elenco di 29 personaggi dei media (per lo più giornalisti) e della difesa britannici che ha bandito dal Paese.

Il ministero degli Esteri ha affermato che l’elenco è una risposta alla “diffusione deliberata di informazioni false e unilaterali” sulla guerra da parte dei media britannici.

Ucraina, sale a 313 il numero dei bambini rimasti uccisi

Sono 313 i bambini morti in Ucraina in seguito all’invasione della Russia (due giorni fa erano 288), 579 sono rimasti feriti. Lo ha comunicato l’Ufficio del procuratore generale di Kiev, riportato da Unian, specificando che i numeri forniti non sono definitivi.