Stando al rapporto Eures (Ricerche economiche e sociali), dal 2010 a oggi in Italia sono stati commessi 268 figlicidi. In pratica, un genitore ha ucciso un figlio ogni due settimane. Nel 55,6% dei casi si tratta di bambini con meno di 12 anni, in dettaglio 106 di età compresa tra 0 e 5 anni e 43 tra 6 e 11 anni.
Figlicidi e suicidi
Nella maggior parte dei casi l’autore dei figlicidi è il padre (172 figli uccisi dal 2010, pari al 64,2%), a fronte del 35,8% dei figli uccisi dalle madri (96 in valori assoluti). I bambini dai 0 ai 5 anni invece, vengono uccisi prevalentemente dalle madri (in 61 casi, pari al 57,5% contro 45 commessi dai padri, pari al 42,5%).
Il suicidio, che frequentemente segue l’omicidio raggiunge nei figlicidi l’incidenza più elevata, pari al 43,3%. Sono soprattutto i padri a far seguire al gesto omicida la propria morte (48,8% dei casi), a fronte di una percentuale significativamente inferiore rilevata tra le madri (33,3%).
Il movente dei figlicidi
Oltre un terzo dei figlicidi (il 34,3%) è attribuibile ad un disturbo psichico dell’autore (depressione o altro disturbo psicologico). Ci sono poi gli “omicidi del possesso” (pari complessivamente al 14,6% dei casi), che figurano al secondo posto tra i moventi individuati e riguardano quasi esclusivamente autori uomini.
In questi casi, i figli non sono considerati come soggetti a sé, ma come l’estensione del coniuge o dell’ex coniuge che si vuole punire/annientare.
Gli altri moventi si riconducono a liti, disagio della vittima, interesse o denaro.
L’arma del delitto
Nel 30,2% dei casi (pari a 81 vittime), l’arma del delitto è stata un’arma da fuoco. Seguono le armi da taglio, utilizzate nel 24,6% dei casi (66 vittime) e il soffocamento (10,4% delle vittime, pari a 19) che rappresenta la modalita’ principalmente utilizzata dalle madri (in 19 casi di figlicidio, pari al 19,8% dei figli uccisi dalle madri).
Distribuzione geografica
Tra il 2010 e il 2022, si registra una prevalenza dei casi al Nord (121, pari al 45,1%), seguito dal Sud (92 figlicidi, pari al 34,3%) e dal Centro (55 casi, pari al 20,5%). A livello regionale, circa una vittima su 5 (50, pari al 18,7% dei figlicidi complessivamente censiti) è stata uccisa in Lombardia; segue la Sicilia (con 28 vittime, pari al 10,4%), la Campania (26 figlicidi, pari al 9,7%), il Lazio (24 vittime, pari al 9%), l’Emilia Romagna e il Piemonte (entrambe con 20 vittime, pari al 7,5%).