La mattanza è confermata: 400 cinghiali che vivono nel Lazio saranno abbattuti nell’arco di 30 giorni per contenere la diffusione del virus della peste suina. L’obiettivo finale è eliminare fino a 50 mila esemplari.

Il piano l’abbattimento dei cinghiali

L’Assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato ha dichiarato:

Il piano ha una validità triennale e ogni anno sarà predisposto un report di sintesi. Nel contempo devono partire anche le attività di cattura all’interno delle aree perimetrate per la peste suina. Il Piano sarà pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione Lazio. La riduzione del numero dei cinghiali è un tema di salute pubblica, di sicurezza nella catena alimentare, di arredamento urbano e di sicurezza nella mobilità.

Le polemiche delle associazioni animaliste 

Secondo le associazioni animaliste, sarebbe l’ennesimo pretesto per favorire la caccia a discapito dei poveri animali. La LAV ha commentato:

La Peste Suina si sta sempre di più confermando un’ottima occasione per i cacciatori che potranno aumentare a dismisura il numero di animali uccisi per soddisfare la loro malsana passione, al punto che lo stesso Ministro Cingolani ha già detto – primo Ministro dell’Ambiente in tutta la storia repubblicana – di voler mettere mano alla legge sulla caccia per allungare la stagione venatoria ai cinghiali.

L’associazione animalista si è già detta pronta a battersi legalmente per provare a fermare questa strage. 

Le possibili alternative alla mattanza

Le alternative, secondo la LAV, esistono. Una di queste è lo sviluppo di un vaccino contraccettivo, che potrebbe essere sostenuto con i 550mila euro messi a disposizione dal Ministero della Salute.

Si tratta infatti dell’unico sistema realmente efficace che può impedire una mattanza.

La LAV punta anche il dito sui cacciatori:

Da decenni i cinghiali sono cacciati in numero enorme, in costante crescita di anno in anno, tuttavia i danni loro imputati non solo non accennano a diminuire, ma addirittura sono in continuo aumento, dimostrando così anche ai più scettici che l’uccisione degli animali oltre ad essere una pratica cruenta, ne favorisce addirittura la proliferazione.