Prevedere un infarto è possibile? Certo, ed è anche doveroso, perché la vita è un bene troppo prezioso per non mettercisi sopra col massimo dell’attenzione. Si tratta di qualcosa che può capitare a tutti, come dimostra l’episodio di gennaio di Giuliano Ferrara. E’ la ragione per cui la prevenzione nella salute è basilare e per cui diventa essenziale sostenere uno stile di vita sano e seguire una corretta alimentazione a tavola. Da qualche settimana, però, a tutto questo s’è aggiunta un’incredibile novità. Una recente ricerca ha individuato come riuscire a predire chi è a rischio di infarto attraverso un semplice esame della vista. Addirittura sembra che i ricercatori siano stati in grado di predire il rischio circa 5 anni prima. Vediamo insieme di cosa si tratta.

Prevedere un infarto, la scoperta

Secondo questo studio della European Society of Human Genetics, da una semplice visita oculistica non invasiva potremo essere in grado di prevedere il rischio di infarto:

“I ricercatori hanno scoperto che la combinazione delle informazioni sul modello dei vasi sanguigni nella retina, con i fattori clinici tradizionali ha consentito loro di identificare meglio il rischio di un infarto.”

Lo studio su come prevedere un infarto dagli occhi

I ricercatori hanno utilizzato i dati della Biobanca britannica, che contiene le cartelle cliniche e sullo stile di vita di 500.000 persone, per calcolare una misura denominata dimensione frattale. Poi:

“Lo hanno quindi combinato con altri fattori quali età, sesso, pressione sanguigna sistolica, indice di massa corporea e stato di fumatore.

In questo modo sono stati in grado di classificare meglio i partecipanti con rischio di infarto miocardico basso o alto, poiché la retina permette di visualizzare direttamente i vasi sanguigni e valutare la salute vascolare.

L’età media per un infarto è di 60 anni e hanno scoperto che il loro modello ha raggiunto le migliori prestazioni predittive più di cinque anni prima che si verificasse l’episodio.”

Conclusioni

Quello a cui puntano gli studiosi, nel futuro prossimo, è che, con un semplice esame della retina, si possa avere accesso ad una serie d’informazioni sufficienti per identificare le persone più a rischio cardiaco, in modo da aiutare i pazienti più fragili ad adottare misure di prevenzione adeguate a salvarsi la vita.

Ovviamente, prima di poter affermare che è possibile prevedere un infarto seguendo questa metodologia, sono necessarie ulteriori ricerche per dimostrare la validità di questa strada. Sarà inoltre importante lavorare per comprendere la fattibilità di questo approccio, e determinare il modo migliore per incorporare queste scansioni nella pratica clinica di routine. Intanto ci prendiamo la buona notizia che un nuovo canale di screening è stato “aperto”.