Referendum 12 Giugno 2022 e astensionismo. Un flop dai risultati scontati e prevedibili. Il quorum non è stato raggiunto e dunque il referendum non è valido. Secondo le stime solo 2 elettori su dieci si sono presentati alle urne e hanno espresso il loro voto. I 5 quesiti in questione prevedevano:

  • l’abolizione della legge Severino,
  • l’abolizione della custodia cautelare per reiterazione del reato,
  • la separazione delle carriere,
  • l’arrivo degli avvocati nelle valutazioni dei magistrati e
  • l’eliminazione delle 25 firme a supporto delle candidature del CSM dei magistrati.

Referendum 2022. Un astensionismo scontato e prevedibile

I dati del Viminale riportano un’affluenza definitiva per il voto sui 5 referendum sulla giustizia poco superiore al 20.9%. Mai così bassa dal 1946, quando tutto ebbe inizio e dove gli italiani per la prima volta scelsero quale forma dare allo Stato, tra monarchia e repubblica parlamentare.

Importante è vederne anche l’excursus storico. In Italia sono stati indetti da quella storica data ben 78 referendum. 67 abrogativi, uno consultivo e 4 costituzionali.

Excursus storico dei Referendum

Tra i tanti referendum della storia della Repubblica, uno dei più popolari fu quello del 12-13 maggio 1974, quando si chiese di abrogare la legge sul divorzio. Lì l’affluenza alle urne toccò il massimo storico con l’87.7% e vinse il “No” con il 59.26%. 

Anche nell’1981, ci fu una grande partecipazione degli elettori con una percentuale del 79.4%. Anche qui si trattava di ben 5 referendum:

  • l’abrogazione della legge Cossiga per affrontare l’emergenza terrorismo negli anni ’70;
  • l’abolizione dell’ergastolo;
  • l’abolizione delle norme sulla concessione del porto d’armi;
  • l’abrogazione di alcune norme della legge 194 sull’aborto per renderne più libero il ricorso e
  • l’abrogazione di alcune norme della legge 194 sull’aborto per restringerne i casi di liceità. In questo caso Vinse il “No” per tutti e cinque.

I 3 possibili motivi dell’astensionismo

Tornando ai giorni d’oggi, i motivi riconducibili a questo elevato grado di assenteismo sono vari e interconnessi. Molti italiani nei sondaggi pre-voto avevano dichiarato di non capirne il contenuto e di non essere in grado di comprendere che cosa avrebbe comportato l’abrogazione delle suddette norme. Collegata a questa motivazione anche la scarsa informazione mediatica sia per sviscerarne i contenuti sia per ricordarne l’appuntamento. Infine ma non per importanza, la scarsa voglia dei cittadini di partecipare ad un sistema da tanti definito ‘sul lastrico’ e ‘corrotto’. La fiducia nelle istituzioni, anno dopo anno, si sta lentamente lacerando e sta portando sempre meno consensi ad una realtà politica in declino.