Al concorso internazionale di violino organizzato a Gorizia prima sono state escluse le candidate russe, poi, per rimediare, è stato chiesto loro una abiura pubblica del regime di Putin. Neppure dopo la seconda guerra mondiale era stata data la colpa alla popolazione tedesca delle vergognose nefandezze di Hitler. Non c’era allora e non c’è oggi una colpa collettiva per quello che decidono e che fanno coloro che governano.  Lo scrisse in maniera molto lucida Primo Levi: “Non comprendo, non sopporto che si giudichi un uomo non per quello che è, ma per il gruppo a cui gli accade di appartenere”.

Primo Levi: “Sbagliato giudicare un uomo per il gruppo a cui appartiene”

Sono riflessioni di allora a cui dobbiamo fare riferimento per recuperare il senso della misura come è opportuno ricordare  il sermone del pastore luterano Martin Niemoller che disse:

“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare”

Ecco a che cosa porta attribuire una colpa collettiva, cioè ragionare, si fa per dire, per categorie.

Stefano Bisi