E’ morto l’alpinista Claudio Ghezzi per aiutare un’amica. Il fatto è successo ieri, domenica 12 giugno, all’ora di pranzo proprio nella sua montagna.

Claudio Ghezzi, muore l’alpinista per aiutare un’amica

Claudio Ghezzi, celebre alpinista per avere raggiunto la Grigna oltre 5.600 volte, detenendo il record assoluto di salite sul Grignone, muore a 69 anni per aiutare un’amica in difficoltà. E’ precipitato da una ferrata proprio sulla sua montagna a circa 2.410 metri, in una delle vette più note della provincia di Lecco.

L’uomo stava cercando di prestare soccorso a una famiglia nell’ascesa: “Scendo ad aiutare un’amica. È con i figli piccoli e la salita è impegnativa. Ci vediamo dopo”. Queste le sua ultime parole prima di lasciare il rifugio Brioschi. Ma quel ‘ci vediamo dopo‘ non è mai arrivato: Claudio è caduto mentre stava affrontando la ferrata al Sasso dei Carbonari insieme alla donna, ai ragazzini e a una famiglia impegnata nell’ascensione con lui. E così il mondo dell’alpinismo, e non solo, ha detto addio al «re della Grigna», il soprannome che tutti gli avevano dato.

Il soccorso

La tragedia è avvenuta ieri, domenica 12 giugno, all’ora di pranzo. Claudio era arrivato in vetta alcune ore prima, come di consueto. Poi la telefonata dell’amica che stava arrivando dal rifugio Bietti e doveva affrontare un tratto attrezzato con le catene. Così lui non ha esitato per andarle incontro ma in un punto particolarmente esposto ha perso l’equilibrio, precipitando per una ventina di metri dopo aver appoggiato il piede su una roccia instabile; la caduta e l’impatto con il suolo non gli hanno lasciato alcuna speranza. In volo da Como si è alzato l’elicottero di Areu e squadre del Soccorso Alpino sono partite da terra. Ma i medici non hanno potuto far altro che constatare il decesso, mentre la donna e le persone che si trovavano sulla ferrata sono state accompagnate a valle. La ferrata è stata poi evacuata.

Il lutto

Non poteva mancare la cosiddetta ‘morte social’ anche per Claudio Ghezzi: sono stati infatti centinaia i messaggi di cordoglio sui social. Oltre ad essere stato per 40 anni uno dei principali protagonisti del mondo della montagna lecchese, tra pochi giorni avrebbe toccato il traguardo delle seimila ascensioni sulla Grigna Settentrionale.

Solo lo scorso anno aveva messo a segno l’ennesima impresa partendo a piedi dalla sua abitazione di Missaglia per raggiungere la vetta: 85 chilometri di strada e 5.000 metri di dislivello, tra andata e ritorno, in sette ore. Nel 2019 aveva salvato un 29enne rimasto bloccato sul Grignone senza ramponi: era stato lui a lanciare l’allarme guidando i soccorsi.

In quella stessa Grigna, Claudio aveva perso uno dei suoi più cari amici, l’alpinista Giacomo Scaccabarozzi, morto in parapendio nel 1998, e ogni ascensione la dedicava a lui, come aveva confidato ai compagni.

Alex Torricini, gestore del rifugio Brioschi in vetta al Grignone, lo ricorda: “Credo che ci renderemo davvero conto che non c’è più solo domani quando non lo vedremo arrivare con lo zaino sulle spalle e il sorriso in volto. Aveva le chiavi del rifugio e stavamo preparando la festa per i suoi 70 anni: li avrebbe compiuto il 4 luglio. Quando ci siamo accorti che non tornava e abbiamo visto l’elicottero abbiamo capito che doveva essere accaduto qualcosa di terribile”.

Il fotografo Alberto Locatelli, che tante volte in passato aveva immortalato le sue imprese, ha invece dichiarato: “Non mi sorprende che sia precipitato mentre stava aiutando qualcuno. Lui era così: altruista, generoso, preparato.

Claudio Ghezzi in Bolivia

La prima esperienza internazionale risale al 1991 con una spedizione in Bolivia. Poi otto volte in Nepal; in Pakistan, Cina, Tibet, Perù e Cile.