Ficulle e Parrano, i borghi del bel vivere. “Paese che vai” la trasmissione di Cusano Italia Tv (canale 264 DTT ore 10:00) ogni sabato accende i riflettori sugli splendidi borghi del nostro Bel Paese. Una puntata interamente dedicata agli splendidi borghi umbri di Ficulle e Parrano.
Ficulle, il borgo del bel vivere
Borgo medievale di grande fascino, Ficulle è immersa in un ambiente intatto dove natura e cultura sono in perfetta sintonia e contribuiscono a formare un luogo in cui è possibile praticare l’arte del “vivere bene”, che conserva i valori del mondo rurale e che vive un rapporto intenso con un ambiente naturale integro.
Culla d’arte, di fede e di plurisecolari tradizioni artigiane, le sue origini risalgono al periodo etrusco, quando una popolazione rurale di piccole dimensioni usava le grotte della zona come semplici sepolcreti; in epoca romana il borgo divenne poi un importante punto di controllo lungo la via Cassia.
L’aspetto attuale di Ficulle risale al periodo medioevale quando faceva parte dei territori controllati da Orvieto e successivamente, nel ‘400, entrò a far parte dei domini dello Stato Pontificio.
Nel duecento il borgo infeudato venne fortificato, con la costruzione del castello e di un’imponente cerchia muraria, parte della quale ancora visibile, con le rocche medioevali, una posta a difesa della Porta del Sole, che guarda la vallata che, in uno scenario di boschi, calanchi e prati fioriti si spinge fino alle pendici dell’Amiata; l’altra, a pianta semicircolare, a nord, è un balcone naturale che spazia sulla vallata del Chiani.
Nei lunghi anni delle lotte feudali, il paese subì a più riprese saccheggi e devastazioni, dalle quali si salvarono le due rocche e le antiche mura, che conferiscono tutt’oggi al paese la struttura tipica del borgo medioevale.
All’interno del borgo vi sono la duecentesca chiesa gotica di Santa Maria Vecchia e la seicentesca chiesa di Santa Maria Nuova.
Particolarmente interessante è il Castel Maggiore, nucleo originario dell’antico castello, il luogo più suggestivo di Ficulle, raggiungibile passando per un dedalo di scalette e viuzze, che talvolta si allargano a formare angoli pittoreschi e piccoli slarghi, uno dei quali è la “Piazzetta”, un luogo che racchiude tutto il mistero ed il fascino del passato.
Ficulle è nota per la lavorazione artigianale della terracotta, un’arte tramandata da una generazione all’altra fin dal periodo medioevale.
Lo stesso nome del paese pare derivi proprio dal termine latino “figulus” che vuol dire “vasaio”; ancora oggi si tratta di un’attività di notevole importanza per i borghigiani, con la produzione di semplici oggetti di uso quotidiano fino all’oggettistica d’arredamento piuttosto apprezzata e ricercata.
L’agricoltura, oltre all’artigianato, rappresenta una risorsa importante per Ficulle, con la produzione di vini e in particolare la produzione di olio d’oliva, uno dei migliori extravergini d’Italia, tanto che Ficulle è entrata a pieno titolo nel circuito delle Città dell’Olio e del Vino.
Parrano: città slow dell’Umbria
Sulla sommità di uno dei placidi colli dell’Umbria occidentale, si erge Parrano, un piccolo ma grazioso borgo, scrigno di storia, natura e tradizioni.
Antico e ben conservato borgo medievale arroccato intorno al suo castello cinto da possenti mura, del quale è visibile l’alta torre di avvistamento, Parrano conserva un aspetto molto pittoresco e offre gioielli storici, archeologici e naturali.
Parrano conserva tutt’oggi l’aspetto di inespugnabile roccaforte. Affiancato a ripidi declivi, il borgo è dotato di due soli accessi al centro storico, costituiti dalle altrettante porte cittadine: Porta Piazza (ad est) e Porta Ripa (ad ovest).
A fianco di Porta Piazza svetta l’inconfondibile quanto maestosa mole del Castello. Storica residenza dei conti (e poi dei principi) parranesi, è munito di due torri a merlatura ghibellina e si erge su ben cinque piani collegati da una scalinata a chiocciola.
La zona dell’odierno comune parranese fu popolata almeno a partire dal Paleolitico Superiore, circa 20.000 anni prima di Cristo. Ad un’epoca tanto remota risale, infatti, una delle più sensazionali scoperte archeologiche d’Italia, la “Venere verde”: una piccola statuetta votiva di steatite (analoga e coeva alla celebre “Venere di Willendorf”), rinvenuta, insieme a molti altri reperti preistorici, all’interno di una delle tante grotte celate fra i locali boschi.
Parrano è il cuore di una terra di prelibati prodotti agroalimentari e la sua gente, oggi più che mai, lavora per preservarne la genuinità che da sempre li contraddistingue.
Nel 2017, i produttori locali hanno costituito il Consorzio “Gusto Umbria – Terre dell’Upupa”, che promuove e valorizza il lavoro delle imprese consorziate, al tempo stesso cercando di garantire l’alta qualità e il carattere biologico dei prodotti.
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