A luglio il governo Draghi emanerà un nuove decreto di aiuti alle famiglie: le nuove norme conteranno il raddoppio dello sconto fiscale previsto dalla legge di bilancio 2022, con gli italiani che si troveranno 200 euro nel portafoglio. Nel provvedimento del prossimo mese sono previsti anche sconti sul prezzo dei carburanti e altre risorse economiche per contenere il costo delle bollette di gas ed elettricità: una manovra che oscilla tra i 9 e i 12 miliardi di euro.

Draghi, cosa prevede il nuovo decreto con aiuti alle famiglie

Con questo nuovo decreto il governo Draghi vuole dare alle famiglie italiane, duramente colpite dagli effetti prima della pandemia e poi della guerra, altri aiuti economici. Per questo motivo a Palazzo Chigi si lavora per raddoppiare lo sconto contributivo introdotto dalla legge di bilancio, in modo da portare lo sgravio dallo 0,8 all’1,6%. Così facendo ci sarebbe un beneficio totale su un reddito da 30 mila euro lordi pari a 223 euro tra primo e secondo taglio, una procedura che non sarebbe strutturale ma una tantum, almeno fino alla prossima legge di bilancio. Il taglio del cuneo, però, potrebbe riguardare anche i redditi bassi, quelli tra 15 e 20 mila euro.

Nel nuovo decreto ci saranno anche sconti sui carburanti e sulle bollette di elettricità e gas che potrebbero impegnare fino a dieci miliardi: l’intento è quello di confermare il taglio di 30 centesimi sulle accise e, inoltre, c’è chi chiede di mettere un tetto ai prezzi al distributore. Per il momento il governo esclude di attivare altro deficit per finanziare le misure e continua a valutare altre ipotesi, come recuperare altre risorse dalla prossima riforma dell’Irpef.

C’è il problema del deficit

Il decreto con gli aiuti alle famiglie che il governo Draghi emanerà a luglio ha una portata tra i 9 e i 12 miliardi. Tuttavia le istituzioni devono anche stare attente al deficit, come spiega il presidente Tim Stefano Rossi:

“È doveroso alzare gli stipendi perché sono bassi. Bisogna tuttavia evitare una spirale di aumenti continui che inseguano l’inflazione. Sarebbe opportuno un intervento un tantum che ne innalzi il livello verso quello prevalente all’estero. È doveroso e opportuno, anche perché contribuisce a sostenere la domanda non dobbiamo spendere in deficit perché gli scostamenti in tempi di emergenza gravissima sono stati tollerati, anche consigliati dalla stessa Europa. Ora che la pandemia non è più il primo dei problemi, il tema ridiventa quello di una finanza pubblica caratterizzata da un debito alto

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