Prosegue l’ondata di panico negli Usa: l’ultimo atto di violenza, represso in anticipo dalla polizia, prevedeva un aggressione pianificata da parte di un gruppo di suprematisti nei confronti dei partecipanti a un Pride Lgbtq in Idaho. Provvidenziale l’intervento delle autorità della Contea su segnalazione di un civile, insospettito da un gruppo di uomini in tenuta antisommossa.

Usa, 31 arresti del gruppo di suprematisti bianchi “Patriot Front” che minacciavano un Pride Lgbtq

Il prezioso intervento preventivo delle forze dell’ordine ha smorzato sul nascere un possibile attacco di un gruppo di suprematisti a un raduno Pride della comunità lgbtq in Idaho, Usa. Fondamentale la segnalazione di un cittadino, il quale ha notato un manipolo di uomini incappucciati e in tenuta antisommossa che caricavano un furgoncino. Il blitz decisivo, che ha condotto all’arresto di 31 persone, si è verificato successivamente in un negozio U-haul nella cittadina di Coeur d’Alene.

Nella conferenza stampa in seguito all’arresto il capo della polizia locale Lee White ha spiegato cosa si celava dietro l’equipaggiamento:

“Un gruppo di suprematisti è arrivato da diversi Stati in Idaho per mettere a ferro e fuoco la città di Coeur d’Alene. In particolare, il bersaglio programmato era l’evento Pride lgbtq. Ringrazio pubblicamente il cittadino che ha compiuto la segnalazione, permettendo alle autorità di prevenire una possibile aggressione”.

Per il gruppo suprematista è scattata l’accusa di cospirazione alla rivolta e dai video pubblicati in rete si scorgono in maniera nitida le felpe con cappuccio e scritta “Reclaim America“. Secondo gli esperti si tratterebbe di una frangia del “Patriot Front”, un movimento giovane con base a Charlottesville, Virginia.