La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen è tornata a sorpresa a Kiev per incontrare il presidente Volodymyr Zelensky. Arrivata in Ucraina in treno e in totale anonimato, la presidente della Commissione Ue ha parlato del possibile ingresso della nazione nell’Unione, dopo che nei giorni scorsi Zelensky aveva affrontato il tema insieme a Emmanuel Macron.

“Bello tornare a Kiev, dove incontrerò il presidente Zelensky e il premier Shmyhal. Faremo il punto sul lavoro che sarà necessario per la ricostruzione dell’Ucraina e sui progressi fatti dal Paese nel suo percorso europeo”

Von der Leyen a Kiev, settimana prossima il possibile ok della Commissione alla candidatura ucraina

Ursula Von der Leyen torna a Kiev dopo la prima visita simbolica di metà aprile. Lo fa nel silenzio assoluto per confrontarsi nuovamente con il presidente Zelensky e approfondire la questione relativa all’ingresso dell’Ucraina nell’Unione. Accolta dalla vicepremier Olga Stefanishyna, la presidente della Commissione ha illustrato l’iter necessario a formalizzare la richiesta, su cui si è già espresso in prima battuta il Parlamento Europeo nei giorni scorsi.

“Kiev era già sul giusto binario prima della guerra, ha una democrazia parlamentare solida, ha un’amministrazione funzionante. Vediamo un Paese ad alta digitalizzazione. È un Paese che ha già accordi commerciali e di associazione. Ci sono ancora riforme da fare sul campo della corruzione e in campo amministrazione per attrarre gli investitor. Vogliamo creare una road map molto chiara sulla ricostruzione. Sono commossa e impressionata dalla resilienza del popolo ucraino. Continuano le battaglie cruente nel sud e nell’est ma è impressionante notare come gli ucraini difendano il loro Paese. A Kiev vedo che la vita sta tornando alla normalità.”

Ai fini della valutazione finale, che potrebbe arrivare già venerdì prossimo, si terrà conto del funzionamento degli apparati burocratici locali, che stanno reggendo con audacia la pressione della guerra. Molto positivo anche lo status quo sul versante delle infrastrutture digitali, mentre ci sono più ombre sulla dimensione economica attuale del Paese. In ogni caso, dovesse arrivare il semaforo verde, sarebbe un primo passo significativo ma comunque parziale.

Tuttavia c’è un’evidente spaccatura tra i membri, con Svezia, Danimarca, Olanda e Portogallo che propendono per il “no”. Tra le big europee, anche Germania e Francia mostrano più di qualche perplessità, mentre il fronte orientale e l’Europa meridionale (tra cui l’Italia) sono per il sostegno incondizionato. Insomma, la strada rischia di essere lunga e potrebbe non mettere tutti d’accordo.

Ricapitolando, venerdì 17 giugno la Commissione dovrebbe concedere la candidatura all’Ucraina per l’ingresso nell’Unione, ma per farlo serve l’ok dei 27 membri. Lunedì 13 giugno, invece, il Collegio dei commissari valuterà il primo report inviato da Kiev in aprile per iniziare a esaminare i parametri e fare una valutazione preliminare. Zelensky aveva dichiarato che l’adesione al blocco era ormai una strada tracciata, intanto c’è chi teme che l’Ucraina possa viaggiare su una corsia preferenziale. Sul tavolo ci sono infatti le proposte di Moldavia e Georgia, al momento congelate.