Prosegue il lavoro delle autorità a un giorno dal voto che eleggerà il nuovo sindaco di Palermo, nel mirino il voto di scambio tra i candidati ed esponenti mafiosi. Nel capoluogo siciliano sono stati scoperti due casi, che hanno coinvolto politici del centrodestra: si tratta del forzista Pietro Polizzi e del membro di Fdi Francesco Lombardo. La Procura di Palermo espone così la vicenda in un comunicato:

“Sussistono urgentissime esigenze di tutela di beni primari in ragione della prossima competizione elettorale del 12 giugno: in assenza di adeguate misure cautelari l’esercizio del diritto-dovere di voto di una estesa parte dell’elettorato diverrebbe merce di scambio da assoggettare al condizionamento e all’intimidazione del potere mafioso e dunque sottratto al principio democratico”

Palermo, dopo Polizzi anche Lombardo intercettato mentre chiede il voto di scambio alla mafia

A poche ore dall’apertura delle urne che potrebbe eleggere il prossimo sindaco di Palermo, emergono nuove relazioni clandestine tra candidati e personalità mafiose legate al voto di scambio. In manette due rappresentanti del centrodestra, ossia Pietro Polizzi e Francesco Lombardo. Il primo, candidato per Forza Italia, aveva un rapporto segreto con Agostino Sansone, mentre il secondo, di corrente meloniana, è stato intercettato in un colloquio con Vincenzo Vella, boss di Brancaccio.

A stanare Lombardo un trucco tecnologico utilizzato dalla Dia, che ha hackerato il cellulare di Vella rintracciando i contatti tra i due avvenuti lo scorso 28 maggio. Quest’ultimo, con alle spalle tre condanne per mafia, si trovava in libertà nonostante una condanna a 20 anni poi ritirata per vizio di forma. Per entrambi il gip di Palermo ha chiesto la custodia cautelare in carcere.

Condanna unanime del mondo politico

Non mancano le reazioni del mondo politico, a cominciare da Giorgia Meloni che va all’attacco:

“Sul caso Lombardo Fratelli d’Italia ha già dato mandato ai propri avvocati di costituirsi come persona offesa dal reato riservandosi di costituirsi parte civile qualora l’ufficio della Procura eserciti l’azione penale. Chiunque si avvicini a Fratelli d’Italia deve sapere che la criminalità organizzata è il nostro primo nemico”

Il direttore dell’Antimafia Nicola Morra si dice “rattristato”, anche perché tutti i candidati presentabili alle elezioni e invita gli elettori stessa a votare con coscienza. Anche il governatore M5S Giuseppe Conte condanna l’accaduto:

“Mentre noi del Movimento incontravamo cittadini che non arrivano a fine mese e imprenditori che denunciano la mafia rischiando la vita per cambiare le cose, alcuni candidati di Forza Italia e di Fratelli d’Italia incontravano esponenti mafiosi. E noi questo schifo e questa puzza li vogliamo lontani dalle istituzioni”. 

Infine, il Pd va all’attacco a chiede all’esponente di centrodestra Roberto Lagalla di ritirare la candidatura.