Francesca Sanna Sulis. Il Doodle di Google odierno celebra la nascita di Francesca Sanna Sulis, nata 306 anni fa. La donna è stata una stilista e imprenditrice italiana che nel corso della sua vita ha combattuto per abbattere gli stereotipi di genere e i pregiudizi.

La stilista si è sempre distinta per il suo aiuto alle donne, avendo offerto lavoro a centinaia di ragazze sarde salvandole così dalla povertà e dalla precarietà del tempo.

Francesca Sanna Sulis: la rivoluzionaria imprenditrice che andò contro stereotipi e pregiudizi

Donna Francesca Sanna Sulis, nasce a Muravera nel 1716 e muore a Cagliari nel 1810. Una donna che vivrà per quasi un secolo dedicandosi all’emancipazione delle giovani sarde. Rinominata “La Signora dei gelsi”, in pieno Settecento, fu imprenditrice, stilista e benefattrice.

Ad incoraggiare il suo grande lavoro furono proprio due uomini: il padre, un illuminato e illuminista, ricco possidente terriero, e poi il marito.

Francesca Sanna Sulis sposò Pietro Sanna Lecca in giovane età. L’uomo nel 1751 fu nominato cavaliere ed ebbe un incarico prestigioso, quello di raccogliere tutte le leggi emanate nel Regno di Sardegna. Quest’uomo la portò con sé nel capoluogo e insieme decisero di darsi a una serie di affari in cui Francesca mostrò le sue qualità di imprenditrice.

I due, valorizzarono un’azienda familiare preesistente rendendola aggiornata ed efficiente: nel circondario di Quartucciu promossero la coltivazione delle piante di gelso indispensabili per l’allevamento dei bachi da seta; dotarono i propri laboratori dei filatoi e dei telai più moderni per lavorare il prezioso filato e iniziarono le esportazioni nel nord Italia, specie in Piemonte e Lombardia, nell’area di Como. Francesca intanto organizzava e finanziava corsi di avviamento professionale per giovani donne perché diventassero esperte operaie e riuscissero, con il loro mestiere, a essere autonome economicamente. Alla fine del corso, alle ragazze, provenienti a centinaia da tutta la Sardegna, veniva regalato come dote un telaio.

Donna Francesca perdette i suoi due figli maschi e anche il marito Pietro Sanna Lecca, ma anche da vedova proseguì la sua opera coinvolgendo sempre più le giovani sarde ed esportando i suoi tessuti e i suoi capi verso l’Europa.

Nel 1808 Donna Francesca Sanna Sulis donò tutti i suoi beni ai poveri di Muravera con l’incarico di amministrarli:In primo luogo ordino e comando che si dia sepoltura al mio cadavere nel modo più semplice e senza pompa alcuna una volta che io muoia nel paese di Quartucciu. […]. I beni del Sarrabus, terre e tanche (e vigne e giardini e case), è mia espressa volontà, si divida tra quei poveri di detta Villa di Muravera i più necessitati preferendo quelli di migliore estrazione e di buoni costumi”. 

Nel ‘700 inaugurò “l’alta moda”

Donna Francesca intrattenne rapporti d’affari con noti imprenditori del secolo, tra cui il conte Giorgio Giulini. Vestì dame e principesse di casa Savoia e inventò tra l’altro un particolare copricapo femminile, ornato da un ricco broccato, chiamato “su cambusciu”, che solo le ragazze benestanti potevano permettersi di acquistare e che ancora oggi rappresenta un elemento fondamentale in alcuni abiti tradizionali del Campidano, nonché in quello più noto di Desulo.