Mentre l’Europa decide l’introduzione del salario minimo e l’Italia si interroga sul proprio destino, la Germania guarda avanti e alza il tetto del salario minimo. Da oggi è infatti ufficiale il provvedimento emanato dal Bundesrat, la Camera Suprema del Parlamento di Berlino, e votato lo scorso gennaio. Dagli attuali 9,82 euro ci sarà uno step intermedio a 10,45 euro dal primo luglio per arrivare alla soglia dei 12 euro l’ora intorno a ottobre.

Germania, oltre al salario minimo cresce anche il tetto massimo dei “mini job”

La Germania abbraccia il futuro ufficializzando l’aumento del salario minimo alla tariffa oraria pari a 12 euro lordi. La ratifica del Bundesrat, l’organo sovrano del Parlamento, concretizza dunque un provvedimento tanto voluto dal cancelliere Olaf Scholz. Vero e proprio punto cardine del programma elettorale del cancelliere tedesco a cui si accoda un’altra misura che va in questa direzione: l’aumento della remunerazione massima mensile per i cosiddetti ‘mini job’, che passerà dagli attuali 450 euro a 520 euro da ottobre.

Tra i dettagli del provvedimento, come ha illustrato in aula il ministro del lavoro Hubertus Heil, l’aumento del salario minimo è destinato a sei milioni di lavoratrici e lavoratori, molti dei quali residenti nella vecchia Germania Est. Aspetto importante della vicenda è il possibile ritocco già dal 2023, lo deciderà eventualmente la commissione anche alla luce del carovita che colpisce anche la Germania. Scorrendo la recente cronistoria, il salario minimo aumenterà per ben quattro volte nello spazio di un anno, sebbene si tratta di rialzi irrisori ma pur sempre verso l’alto.

La prima a introdurlo nel 2015 era stata l’ex cancelliera Angela Merkel, la quale intuì che l’istituzione di una commissione unicamente impegnata su questo tema avrebbe evitato polemiche e discussioni nel mondo politico. Si può affermare che la Germania sia oggi un modello per il rapporto paritetico tra imprese e sindacati su questioni così centrali, lasciando a ciascun attore la propria indipendenza. La legge, introdotta con più di qualche timore, è riuscita a sconfiggere anche le previsioni più scettiche nel campo dell’occupazione

C’è da dire che il sistema ha più o meno funzionato: il salario minimo è stato introdotto, di volta in volta adeguato (vale a dire aumentato) anche se per troppi lavoratori resta lo spettro di una vita sotto la soglia di povertà e con una pensione futura del tutto insufficiente. Gli effetti negativi sui posti di lavoro, che pure molti economisti avevano usato come spauracchio per evitare l’introduzione del salario minimo, non si sono verificati.