Ogni giorno che passa cresce il timore di una terza guerra mondiale. Ormai il conflitto è “dentro casa“.
A spiegarci che cosa è una guerra e come si può raccontare ai cittadini è Nico Piro, un giornalista del Tg3 sempre molto attento al lato umano della guerra, soprattutto riesce a raccontare senza retorica ma con dolcezza quello che vivono i bambini. Tra tanti opinionisti da salotto, inviati sull”uscio di casa e politici in cerca di notorietà, Nico Piro è abituato a cercare notizie e storie tra le bombe.
“Raccontare un conflitto è una cosa molto difficile perchè – ce lo diceva già Eschilo – la prima vittima della guerra è la verità, perchè c’è la nebbia della battaglia, perchè c’è la reciproca propaganda, perchè la disinformazione è un’arma potentissima. Essere sul campo aiuta a capire, a mettere insieme frammenti di notizie, a fare ipotesi, a ricordarci che l’unica certezza della guerra sono le vittime civili, ad esercitare il dubbio”
dice Nico Piro che sul campo ci va da tempo.
L’infanzia rubata dalla guerra
“Le sofferenze del popolo ucraino – aggiunge – non possono essere ignorate né degli ucraini che stanno sotto le bombe né dei sei milioni di sfollati interni e dei quattro milioni di rifugiati all’estero”.
Di luoghi di guerra ne ha conosciuti molti ed è stato sempre colpito dalla condizione dei bambini, un dramma nel dramma:
“Vorrei ricordare che la guerra fa anche altri danni, immateriali ma non meno gravi. Per esempio la copertina del mio ‘Kabul, Crocevia del Mondo’ è dedicata proprio ad uno di questi danni (capitolo gioventù bruciata) cioè all’infanzia rubata dalla guerra”
E il furto di vita chissà per quanto tempo durerà ancora.
Stefano Bisi