Dal punto di vista bellico rimane Severodonetsk il nocciolo della questione tra Russia e Ucraina. Nei giorni scorsi il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva quasi dato per spacciata la presa russa, in realtà fonti interne dicono che la resistenza di Kiev è più attuale che mai. Tuttavia, la questione non cambia: se le forze armate riusciranno a prendere il controllo della roccaforte, allora anche il distretto di Luhansk sarà in mano a Mosca, che avrà di fatto il controllo sull’intero Donbass.

Oltre a Severodonetsk la Russia apre nuovi fronti

Si continua a combattere a Severodonetsk, baluardo della resistenza ucraina nell’Oblast dell’autoproclamata repubblica separatista di Luhansk. Pur con una risicata percentuale, la città di circa 100mila abitanti si trova divisa, e le truppe ucraine si aggrappano alle flebili speranze. Da qui parte la disperata richiesta di sostegno militare avanzata dai capi dell’esercito. La strategia russa di accerchiare la cittadina ha prodotto buoni risultati, con l’abbattimento del ponte che collega Severodonetsk alla vicina Lysychansk che isola la difesa di Kiev.

Nell’hinterland proseguono i bombardamenti nei piccoli centri di Nyrkove e Mykolaivka, dove tuttavia non si registrano al momento progressi significativi. Da monitorare attentamente anche la situazione nella regione di Dnipropetrovsk, al momento abbastanza risparmiata dagli attacchi del Cremlino. A rischio aziende e soprattutto l’area intorno all’aeroporto. L’attacco è stato subito rivendicato dalla Difesa di Mosca, che conferma inoltre di aver distrutto aree di rifornimento per l’esercito ucraino. Tra i fronti che potrebbero aprirsi nell’immediato futuro ci sono quelli di Sloviansk e Kramatorsk, nella regione di Donetsk, grazie all’intervento dell’esercito filorusso.

Intanto un nuovo allarme arriva dal viceministro ucraino Iryna Vereshchuk, secondo cui i russi avrebbero bloccato i corridoi umanitari a Kherson. La città, sotto il controllo russo e in una fase di russificazione forzata, si trova al centro di una gravissima crisi umanitaria, con persone intrappolate all’interno dei suoi confini.