Carenza bagnini

Carenza bagnini. Dopo l’accordo raggiunto sulle concessioni nel Ddl Concorrenza, le spiagge italiane si trovano a fare i conti con i problemi legati all’occupazione. Secondo il sindacato balneari di Confcommercio in Italia mancano almeno 3 o 4mila bagnini. Si tratta di un numero di guardaspiaggia pari a circa il 30-40% di quelli che sarebbero necessari a livello nazionale.

Le cause del problema

Nico Massarin, presidente di Associazione Nazionale Assistenti Bagnanti, è intervenuto sul tema ai microfoni della trasmissione “Cosa succede in città” condotta da Emanuela Valente su Radio Cusano Campus. “Per la realtà in cui vivo io ne mancano parecchi -ha affermato Massarin-. A volte sono le date che non coincidono. Dal 10 giugno siamo più o meno a posto perché terminano le scuole, mentre alcuni stabilimenti aprono prima di quella data e lì si sente il peso della carenza. Uno dei problemi è stato che durante il covid agli assistenti bagnanti non è stato permesso di allenarsi, avendo chiuso le piscine. Io lavoro sia a mare che in piscina. Molti professionisti cambiano lavoro, perché quella degli assistenti bagnanti è una categoria sottopagata soprattutto rispetto alle responsabilità che si hanno. Se qualcuno trova qualcos’altro si sposta in altri settori. La paga oraria è attorno ai 7-8 euro, ma ci sono tantissimi tipi di contratti e si arriva anche a 4-5 euro. Bisogna rinnovare il contratto nazionale che è fermo da decenni ed eliminare quei contratti che sono forme di schiavitù. Vorrebbero dei professionisti che d’estate compaiano dal nulla e d’inverno spariscono, ma non può essere così. Quindi alla fine arrivano i ragazzini che d’inverno vanno a scuola e d’estate si dedicano a questa professione”.