Un cittadino di Trieste ha minacciato di avvelenare le bottiglie di acqua e i prodotti nei supermercati con iniezioni di cianuro e topicida, se non avesse ottenuto il pagamento di una somma in criptovalute. L’uomo è già stato arrestato dalla Polizia Postale ed ora si trova in carcere su ordinanza del gip dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma.
Le minacce tramite mail
La storia delle minacce è iniziata nell’agosto 2021 ed è andata avanti fino al maggio 2022. L’uomo ha inviato mail anonime di minaccia a delle aziende alimentari, minacciandole di iniettare veleno nei prodotti alimentari e nell’acqua dei supermercati. Le minacce non erano solo scritte. L’indagato ha infatti inviato anche dei video amatoriali nei quali venivano rappresentate le modalità di avvelenamento da realizzare mediante l’inserimento di solfato di tallio, all’interno di barattoli di prodotto.
L’uomo avrebbe anche minacciato di divulgare tramite mezzi stampa l’intera storia al fine di creare allarmismo sociale. Le aziende hanno sporto denuncia alla Polizia Postale che, grazie alle indagine degli inquirenti, è riuscita a identificare l’uomo. Quest’ultimo avrebbe cercato di estorcere alle aziende alimentari somme di denaro in criptovalute.
La perquisizione a Trieste
L’uomo era ai domiciliari per un’altra frode informatica. Il Pubblico Ministero ha disposto una perquisizione domiciliare a carico dell’indagato che si trovava in regime di affidamento in prova ai servizi sociali.
Durante la perquisizione sono stati trovati una serie di oggetti tra cui una tovaglia, un forno, una bilancia per il peso di alimenti, del tutto identici a quelli che comparivano in uno dei video inviati tramite mail anonime.
Tentativi di estorsione anche in altri Paesi
I tentativi di estorsione ai danni di supermercati sarebbero stati circa 200 e fatti anche nei confronti di aziende in Germania, Francia, Spagna, Austria e Svizzera. “E proprio l’immediato scambio informativo internazionale condotto dalla Procura di Roma e dal Cnaipic, attraverso la cooperazione degli ufficiali di polizia giudiziaria presso Europol – si legge in una nota delll’inchiesta della Procura di Roma – ha consentito di realizzate una collaborazione investigativa tra i cyber-agenti italiani ed i colleghi della Polizia austriaca impegnati in una similare e ben avviata attività investigativa sul medesimo personaggio, attraverso lo sviluppo delle tracce informatiche e finanziarie lasciate sulla scena“.