I robot anni 80 sono stati un grande successo per la televisione privata di quel periodo. I vari mazinga, Jeeg e Gundam, infatti, hanno contribuito all’esplosione di adcolti delle reti minori rispetto al colosso Rai, arrivando a costruire l’immaginario collettivo di un’intera generazione. E adesso cosa rimane di quella cultura? Lo ha spiegato Marco della Tana del Cobra in diretta nella giungla di “Bagheera”, condotta su Radio Cusano Campus dal cantautore Bussoletti tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle 17.30 alle 20. L’occasione è stata buona anche per buttare uno sguardo al presente e al futuro prossimo per capire se queste icone sapranno conquistare anche i cuori dei nostri figli ormai così abituati alla tecnologia da creare in età giovanissima movimenti come Anonymous Italia.

Su come nascono i robot anni 80

“Perché sono stati creati i robot anni 80? La risposta è abbastanza diretta e va ricercata nel giusto desiderio dei giapponesi di riprendersi dopo la sconfitta nella Seconda Guerra Mondiale. Pensate a Hiroshima e al suo disastro. Si tratta di una vera e propria iconografia di un Giappone devastato da potenze straniere che trionfa con la forza e il coraggio di pochi, tenaci e ardimentosi, e che lo fa grazie a gigantesche macchine create dall’ingegno. Dietro alle avventure che hanno scaldato i cuori dei ragazzi ormai quarantenni/cinquantenni c’è, insomma, una rivalsa verso il mondo e anche un modo per riaffermare l’orgoglio di un popolo notoriamente fiero.”

Sulla storia reale nei robot anni 80

“Non molti sanno che, nascosta nella trama dei vari robot anni 89, c’è tanta storia del Giappone. L’idea dei creatori era di insegnarla ai giovanissimi anche in questo modo. Un esempio su tutti? La Regina Himika del popolo Yamatai, per capirici la cattivissima sovrana che rende difficile la vita a Jeeg Robot d’Acciaio, è un personaggio realmente esistito nel medioevo, ovviamente noto per essere crudele e molto sanguinario. Il design del suo personaggio prende spunto a alcuni dipinti ritrovati negli anni sessanta.”

Sui valori dei robot anni 80

“I robot anni 80 non erano solo voglia di rialzare la testa dopo la scoppola della Seconda Guerra Mondiale. Vultus V, Getter e gli Astro Robot ci ricordavano, per esempio, sempre che le difficoltà si devono affrontare in gruppo e che le forze del male vanno prese di petto ma con una strategia corale fatta di spirito di gruppo, sacrificio e tenacia, valori basi della giapponese. Daltanius, Trider G7 e Daitarn III, invece, hanno insegnato, con i loro simpatici momenti comici, che l’ironia è importante quando si affrontano le difficoltà della vita. La stessa violenza, tanto criticata in quegli anni, era usata come elemento narrativo per insegnare ai giovanissimi a conoscerla e a controllarla.”

Sui robot di oggi

“La scia dei robot anni 80 è in parte vanita. Adorata dai nostalgici “ragazzi di ieri” non ha saputo rinnoversi del tutto per le nuove generazioni che prediligono narrazioni diverse. Tuttavia alcuni titoli sono stati ripescati da Netflix per un reboot con grafiche 3d e trame rivisitate per il nuovo pubblico. Per esempio “Voltron” sta piacendo tantissimo ed ha dato il via ad un rinnovato merchandising dei robot.”

Ecco il podcast dell’intera intervista della Tana del Cobra sui robot anni 80:

https://www.radiocusanocampus.it/podcast/speciale-robottoni-anni-80-tana-del-cobra/