Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è intervenuto alla Conferenza dell’Ocse in programma a Parigi poche ore dopo aver annunciato che l’eventuale perdita di Severodonetsk significherebbe l’addio definitivo al Donbass.

L’interesse primario del mondo è aiutare a proteggere l’Ucraina, il che significa che l’aggressione della Russia deve terminare al più presto possibile. Chiedo a gran voce l’applicazione di dolorose sanzioni di lungo termine contro la Russia, una minaccia mondiale. Sono grato per il lavoro che state facendo per difendere i nostri valori. Interrompere l’adesione della Russia all’Ocse chiudendo i vostri uffici a Mosca dovrebbe essere un esempio per le altre istituzioni internazionali. Bisogna utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per fare pressioni contro la Russia“.

L’intervento di Zelensky all’Ocse si inserisce in un quadro di incertezza

Secondo il report Ocse pubblicato a corredo dell’evento, prima della guerra, l’economia mondiale era sulla buona strada per una ripresa forte, anche se irregolare, dal COVID-19. Il conflitto in Ucraina e l’epidemia di coronavirus in Cina stanno infliggendo un duro colpo alla ripresa. La crescita del PIL mondiale dovrebbe ora rallentare drasticamente quest’anno, a circa il 3%, e crescere a un ritmo simile nel 2023: una previsione decisamente inferiore rispetto allo scorso dicembre. I paesi più colpiti si trovano in Europa, attualmente esposta alla guerra attraverso le importazioni di energia e ai flussi di profughi. Il mondo intero è colpito dall’aumento dei prezzi delle materie prime, che si aggiungono alle pressioni inflazionistiche e frenano i redditi e la spesa reale. Questo rallentamento della crescita è un prezzo di guerra che sarà pagato attraverso redditi più bassi e minori opportunità di lavoro.

Gli altri interventi alla cerimonia inaugurale dell’Ocse

Mathias Cormann, segretario generale Ocse, ha aperto la Conferenza questa mattina:

Non credo che la parola stagflazione sia il termine adatto per descrivere la situazione che stiamo osservando nell’economia globale. La maggior parte dei Paesi è reduce da quattro trimestri di crescita forte. E’ vero, al momento abbiamo un inflazione elevata e ci aspettiamo che il trend prosegua sul lungo periodo, ma ci aspettiamo anche che le politiche fiscali inizieranno ad avere un effetto. Secondo le nostre stime l’inflazione inizierà ad abbassarsi entro la fine del 2023, quindi siamo relativamente preoccupati sui possibili rischi”.

Tra Draghi e Zelensky è intervenuto anche il presidente del Senegal e dell’Unione Africana, Macky Sall:

Confido nel multilateralismo inclusivo, in cui le nazioni cercano risposte concertate a questioni di interesse comune. Tuttavia, la globalizzazione ha invece accentuato le disuguaglianze. Auspico che organismi come l’Ocse, il G7 e il G20 si impegnino in uno scambio franco con le agenzie di valutazione per stabilire una maggiore obiettività ed equità nei criteri di rating. Anche il riscaldamento globale rimane al centro delle nostre preoccupazioni, continueremo a sostenere l’accordo di Parigi sul clima. Il mio punto di vista è che l’Africa per rinascere abbia bisogno della forza, dell’entusiasmo e dell’intelligenza dei suoi giovani; e che abbiamo la responsabilità primaria di creare le condizioni per lo sviluppo dei nostri paesi“.