Panini, smart working rimborsato ai lavoratori con bonus giornaliero. L’azienda modenese leader nella produzione e vendita di figurine, che diffonde i suoi prodotti in circa 120 paesi nel mondo, riconosce un contributo di 2 euro per ogni giorno di smart working, a titolo di rimborso spese. Lo prevede il contratto di secondo livello delle sedi Panini Spa di Modena e Milano, approvato nei giorni scorsi a grande maggioranza dai dipendenti.

Panini, smart working rimborsato ai lavoratori

L’acconto è stato previsto per aiutare i lavoratori a far fronte all’aumento del costo della vita, inserendo una voce fissa in busta paga su cui fare affidamento nella gestione dei bisogni familiari. Inoltre il valore medio del premio, considerata sia la parte fissa che quella variabile e a parità di andamento economico dell’azienda, è stato aumentato di oltre 450 euro lordi rispetto al valore medio del triennio precedente. 
Un’altra novità riguarda l’introduzione della possibilità per ciascun dipendente Panini di scegliere a inizio anno se godere dell’indennità mensa (pari a 7 euro giornalieri) tramite i servizi convenzionati di mensa diffusa. In alternativa il lavoratore potrà beneficiare di un ticket da 6 euro, che verrà riconosciuto anche per le giornate in lavoro agile.
Sono state avviate tre commissioni tecniche che si confronteranno sull’eventuale adeguamento di mansioni e livelli contrattuali, sia per gli impiegati che per gli operai di entrambe le sedi. Un’altra commissione si occuperà dell’organizzazione del lavoro tenendo conto del punto di vista dei lavoratori. Infine, il lavoro agile entra a far parte dell’accordo di secondo livello. Con esso si riconosce una nuova organizzazione del lavoro che concilia tempi di vita e lavoro, già sperimentato durante la pandemia.

Due euro per ogni giorno di lavoro da casa

Spiegano i sindacati:

“Ai lavoratori viene riconosciuto, a titolo di rimborso spese, un contributo di 2 euro per ogni giorno di lavoro agile compiuto. In questo modo si recepisce un principio a noi caro, cioè che i i costi dei mezzi di produzione devono restare a carico dell’azienda e non gravare sulle spalle dei lavoratori neanche indirettamente. Lavorare da casa, infatti, comporta spese aggiuntive, quali per esempio energia elettrica e gas»,

concludono rsu Panini Modena-Milano, Fistel Cisl Emilia-Romagna e Slc Cgil Modena-Milano.