“Come Anm non vogliamo prendere una posizione specifica sui referendum, essendo poi rimessa agli elettori la scelta se votare sì o no. Ci è sembrato opportuno come tecnici dare un supporto tecnico ai cittadini per far comprendere quali solo le conseguenze concreto, dal punto di vista pratico, qualora vincesse sì”. Così Cecilia Bernardo, membro della Giunta esecutiva dell’Associazione Nazionale Magistrati intervenuta al Tg Plus di Cusano Italia Tv.
Bernardo (Anm): “Il paradosso del referendum sulla Legge Severino”
“La campagna elettorale è stata basata principalmente sull’esigenza di tutelare la presunzione di innocenza. In realtà la Legge Severino, seppure presenta criticità e ha comportato delle ingessature, riteniamo che probabilmente non sia questo il modo per risolvere i problemi. Qualora vincesse il sì l’abrogazione della norma è totale e non selettiva. Quindi andrebbe a colpire anche la sanzione di incandidabilità per sentenze di condanna definitive per reati anche gravi. In sostanza questo vorrebbe dire che una persona condannata per reati di mafia ad esempio, potrebbe essere eletto e diventare sindaco ma paradossalmente non potrebbe partecipare a un concorso pubblico per diventare dipendente comunale“.
Quesito 2: custodia cautelare
“Così come è formulato il quesito porta a degli effetti particolarmente pericolosi perché incide sulla sicurezza dei cittadini e della collettività. Perché qualora vincesse il sì va ad eliminare la possibilità per il giudice di applicare non solo la misura della custodia cautelare ma tutte le misure. Non solo quelle coercitive ma anche quelle interdittive. Gli arresti domiciliari o il divieto di avvicinamento”.
Quesito 3: separazione funzioni
“Dopo la riforma del 2006 è stata molto limitata la possibilità di cambiamento di funzioni nell’ambito penale. Si può cambiare solo per quattro volte ed è necessario cambiare distretto. Non è possibile che nell’ambito dello stesso processo si ricopra prima la carica di giudice e poi quella di pubblico ministero“.
Quesito 4: equa valutazione
“I magistrati sono gli unici sottoposti a valutazioni periodiche. Si viene valutati per tutta la carriera. Non è una valutazione su come il giudice esercita la sua attività nel senso che bisogna dare poi un voto finale. In realtà ma tende a verificare la sussistenza e la permanenza dei requisiti di idoneità a svolgere le funzioni giurisdizionali. Quindi ben vengano le valutazioni positive”.
Quesito 5: riforma Csm
“Questo è un quesito inutile perché già la riforma Cartabia prevede che non sarà più necessaria la raccolta di firme. Ma non è certo questo che servirà ad eliminare e combattere le degenerazioni che le correnti che hanno portato. Le degenerazioni non si eliminano togliendo le 25 firme”.
Rivedi l’intervista completa a Cecilia Bernardo durante il Tg Plus condotto da Aurora Vena