“Gli avvocati penalisti associati italiani siamo più di 10.000 con il territorio capillarmente coperto dall’attività dell’associazione, siamo tutti convinti di voto sì a tutti e cinque i referendum. Perché questo voto sì significa cambiare il volto alla giustizia”. Così l’avvocato Paola Rubini, Vice presidente Unione Camere Penali Italiane, intervenuta al Tg Plus di Cusano Italia TV.

Rubini (UCPI): “Il referendum è un modo per compulsare il Parlamento”

“È facile essere subito intimoriti da quesiti così complessi”, continua Rubini, “perché sembrerebbero rivolgersi soltanto agli esperti. Ma è necessario recarsi a votare. Il referendum è uno strumento importante del nostro sistema costituzionale, è un modo per chiedere ai cittadini qual è il loro parere su determinate questioni che vengono loro sottoposte.

In passato magari era molto più semplice. Il referendum sul divorzio o sulla caccia erano sicuramente semplici. Qui ci troviamo davanti a quesiti che ci inducono a essere più attenti. Però si può arrivare una comprensione precisa di quello che il singolo quesito chiede al cittadino che va a votare.

Lo strumento referendario è importante proprio perché è un modo per i cittadini di partecipare direttamente alla volontà legislativa quindi incidendo anche sul Parlamento. Sulla rappresentanza dei parlamentari che vengono stimolati a cambiare una legge che è stata promulgata. È un modo diretto di compulsare il Parlamento. Per altro questi cinque quesiti sono stati dichiarati ammissibili dalla Corte Costituzionale, quindi il vaglio di legittimità è già stato svolto”.

Quesito 1: Legge Severino

“La legge Severino è diventata ormai anacronistica per una ragione recente. Qualche mese fa è stata ratificata con una legge la direttiva sulla presunzione di innocenza. Sui condannati non definitivi è una valutazione che deve fare la politica quando decide di candidare qualcuno. Non ci possono essere dubbi che la politica saprà fare le scelte giuste“.

Quesito 2: custodia cautelare

“Anche se una persona è alla prima esperienza giudiziaria quindi non ha mai commesso prima alcun reato, si dice ‘per le circostanze nelle quali il fatto è stato commesso, certamente si può presumere che possa commettere reati della stessa specie’. Come un sorta di prognosi ma invece ad essere un medico a farla è un giudice. Si tratta di una previsione molto ampia che consente al giudice estenderla praticamente a moltissimi casi”.

Quesito 3: separazione delle funzioni

Inconsapevolmente chi ha sempre svolto le funzioni dell’accusa è portato ad avere una sorta di precostituitone mentale a scegliere la strada più favorevole all’accusa. Questo lo vediamo nelle aule di giustizia con le domande che si fanno ai testimoni. Il giudice deve essere ma anche apparire super partes, il fatto che abbia alle spalle una carriera da pubblico ministero quindi da accusatore certamente pregiudica questa apparenza“.

Referendum sull’equa valutazione

Questa modifica determinerebbe la possibilità di aprire la strada a quella che è la riforma dell’ordinamento giudiziario. È importante che i cittadini possano esprimere il loro voto perché questo rafforzerebbe una riforma non epocale ma importante perché determina un cambio di passato rispetto al passato. Non a caso il Senato sta mantenendo fermi i lavori di approvazione della riforma proprio in attesa dell’esito referendario“.

Quesito 5: riforma Csm

“Lo scandalo Palamara per noi penalisti non è stata una sorpresa. Ma leggere di determinati contatti tra la politica e la magistratura ha certamente determinato un serio rischio di obliterare del tutto la fiducia dei cittadini nella magistratura“.

Rivedi l’intervista completa a Paola Rubini durante il Tg Plus condotto da Aurora Vena