Dopo aver vinto il Roland Garros 2022 dominando tutti gli avversari – senza sapere come sarebbe finita contro Zverev – Rafa Nadal torna a far discutere a causa del suo infortunio, gestito dal suo staff medico attraverso infiltrazioni al ginocchio.
Ebbene, una situazione di questo tipo è stata presa in esame anche da Guillaume Martin, ciclista francese classificatosi 14esimo nell’ultimo Giro d’Italia. Il “filosofo” – ai microfoni dell’Equipe – ha quindi dichiarato che un ciclista non potrebbe fare la stessa cosa che ha fatto Nadal, ossia limitare il dolore attraverso l’utilizzo di medicinali e antidolorifici.
Infortunio Nadal, le parole dure di Martin
Queste le parole del corridore della Cofidis:
“Se un ciclista facesse la stessa cosa, a parte che nel ciclismo è comunque proibito, ma ammettiamo non lo fosse, tutti gli salterebbero addosso qualificandolo come dopato. Questo perché c’è uno sfondo culturale e degli stereotipi propri al ciclismo. Mentre la gente incensa Nadal per essere stato capace di fare quello che ha fatto oltre il dolore. Mi sembra che anche Zlatan Ibrahimovic abbia detto che ha giocato con infiltrazioni al ginocchio. Loro passano per eroi perché vincono col dolore, ma di fatto si aiutano con sostanze per sopportare il dolore, ed ancora una volta, è una cosa molto al limite. Un vincitore nel ciclismo, in particolare quello del Tour de France, anche senza il minimo indizio è automaticamente accusato di essere dopato.”
Martin: “Non vedo perché tennis e ciclismo debbano avere regolamenti doping differenti”
Il francese ha continuano la sua disamina, provando a fare un distinguo tra le sostanze proibite nel tennis con quelle nel ciclismo:
“Come molti ciclisti ho avuto delle tendiniti ad un ginocchio. Ho corso tutto un giro di Catalogna ed un giro della Sicilia con una tendinite. Avevo dolore, non sapevo se sarei riuscito a partire nella tappa del giorno successivo, e chiaramente sarebbe stato tutto facile con un’infiltrazione, ma non lo so. Il tennis ha dei parametri molto simili al ciclismo, è uno sport di resistenza con delle accelerazioni, quindi penso che gli stessi prodotti possano avere un effetto dopante anche per il tennis. In questi casi non vedo perché ci debbano essere regolamenti differenti”