L’ex cancelliera Angela Merkel torna a parlare dal Berliner Theater del rapporto con Vladimir Putin. All’interno del colloquio il suo legame con il leader del Cremlino nei 16 anni in cui è stata alla guida del Bundestag, svelando alcuni retroscena sulla personalità indecifrabile di Putin. Nessun pentimento, anzi, forti rivendicazioni personali per tutte le scelte compiute alla guida della Germania.
“Was also ist mein Land?”: Angela Merkel im Gespräch mit Alexander Osang heute im Berliner Ensemble. alle, die das Gespräch verpasst haben, finden eine Aufzeichnung bei @phoenix_de unter https://t.co/hju9X6qA52. pic.twitter.com/drR78i5c5N
— Berliner Ensemble (@blnensemble) June 7, 2022
Angela Merkel dichiara di aver sempre agito per bloccare Putin
L’ex cancelliera tedesca Angela Merkel ritorna sulla guerra in Ucraina a breve distanza dalla sua prima uscita pubblica dalla fine del suo mandato, focalizzandosi nello specifico sulle relazioni tra Mosca e Berlino. Nessuno più di lei, infatti, ha conosciuto meglio il personaggio di Vladimir Putin così come nessuno meglio di lei può spiegare certe decisioni passate fortemente criticate alla luce del presente.
La stessa Merkel afferma di non avere rimpianti o pentimenti nelle scelte compiute durante il suo mandato, su tutte il “no” all’ingresso dell’Ucraina nella Nato e sull’accordo di Minsk. Nel mirino l’alleanza economica implicita tra Germania e Russia, fatta da un lato di scambi economici vantaggiosi e dall’altro di un filo sì sottile ma che teneva unito il Cremlino all’Europa. L’ex cancelliera difende la scelta sostenendo che un approccio diplomatico avrebbe scoraggiato una possibile escalation militare di Mosca.
Di fatto una chiara ammissione che Putin covava l’operazione speciale in Ucraina già da diverso tempo, visto il fallimento della diplomazia. E molti si chiedono se avrebbe ugualmente proceduto con la Merkel ancora al timone del Bundestag. Per quanto riguarda il “no” all’ingresso dell’Ucraina nella Nato, nel 2008, la Merkel adduce come giustificazione le forti divisioni interne del Paese, segnato dal conflitto tra Yushchenko e Tymoshenko. Inoltre, l’annessione di Kiev avrebbe seriamente rischiato di anticipare i tempi. Stessa dinamica sugli accordi di Minsk del 2015, che di fatto cessarono la guerra in Crimea e in Donbass in cambio di maggiore autonomia per le repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk.
A proposito del rapporto con Putin, Merkel racconta che durante una visita a Sochi nel 2007 il leader russo gli confessò di ritenere la caduta dell’Urss come “la peggior catastrofe del Ventesimo Secolo”. Ma ora tutto è cambiato, l’Ucraina va protetta a ogni costo, armi incluse. Infine, una battuta sulla sua vita fuori dalla politica: l’ex cancelliera anche qui non rimpiange nulla, pur ammettendo di aver impiegato del tempo ad abituarsi alla nuova quotidianità.