Il premier Mario Draghi ha firmato nella Sala Verde di Palazzo Chigi i primi Protocolli di Intesa con le Regioni per avviare i Progetti bandiera del Pnrr. Presenti alla cerimonia parte dell’esecutivo e i governatori di Friuli Venezia Giulia, Liguria, Piemonte, Umbria, Puglia e Basilicata. Le sei regioni sono accomunate dal Progetto “Hydrogen Valley“, un caposaldo del ramo legato alla sostenibilità ambientale.
“Il coordinamento tra Governo e Regioni non è mai banale ma quanto necessario. Se non c’è colloquio non c’è dialogo ed è solo tempo perso. Il Pnrr è un piano che parte dal basso e richiede il vostro contributo per avere successo. Ora siete voi i protagonisti del Piano e il Governo vuole sostenervi in questo cammino“.
Draghi alle regioni: “Progetti bandiera un elemento di condivisione e dialogo”
Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha ricevuto a Palazzo Chigi una delegazione composta dai governatori di sei regioni per firmare i Protocolli d’Intesa relativi all’avvio dei Progetti Bandiera inclusi nel Pnrr. Questi ultimi sono regolamentati dal Dl 152/2021, e rappresentano l’unione tra territorio e Stato centrale, il tutto sotto la supervisione del ministro agli Affari regionali Mariastella Gelmini.
Le regioni convocate per prime saranno le protagoniste dal maxi-progetto denominato “Hydrogen Valley”. In breve si tratta della trasformazione di ex aree industriali e commerciali abbandonate in moderni centri di produzioni di idrogeno verde. Fa eccezione la Liguria, che investirà i proventi un centro di medicina computazionale legato alla biomedicina. In totale sono 21 i Progetti Bandiera, uno per regione o provincia autonoma, per complessivi 9 miliardi di euro di investimenti, divisi tra transizione ecologica e ricerca scientifica.
Sull’Hydrogen Valley è intervenuto il ministro Roberto Cingolani, presente alla cerimonia:
“Il progetto delle Hydrogen Valley allinea l’Italia all’Europa in un settore strategico per il futuro. Grazie alle nuove tecnologie saranno costruiti dei centri per idrogeno verde, che è prodotto con la tecnica dell’idrolisi che dovrebbe essere alimentata a sola energia elettrica verde. Il primo passo sarà identificare le zone industriali dismesse in cui costruirli“.