Salario minimo, M5S: “Va approvato subito”
Sul tema del salario minimo in Italia, la Senatrice del Movimento 5 Stelle Susy Matrisciano, presidente della Commissione Lavoro di Palazzo Madama, è intervenuta ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi su Radio Cusano Campus. “La notizia della direttiva europea ottima per chi come noi è dal 2013 che parla di salario minimo -ha dichiarato Matrisciano-. Il M5S ha sempre anticipato l’agenda degli ultimi anni. Sulla direttiva, il parlamento e la mia Commissione hanno già lavorato perché i parlamenti nazionali propongono le loro osservazioni attraverso lo strumento della risoluzione. Abbiamo inserito il concetto della soglia di dignità sotto il quale non si può andare. Non si può andare al di sotto di 9 euro, la Germania lo ha alzato a 12 euro all’ora. Noi già in quell’occasione andammo a chiedere all’Europa di inserire quella soglia di dignità della paghe. Ora diventa importante questo messaggio che l’UE rimanda ai parlamenti nazionali. Quindi la proposta italiana al Senato a maggior ragione deve andare avanti. E’ il momento di approvare una legge sul salario minimo. Quando parliamo di giovani e di donne, il salario minimo va ad aiutare proprio loro”.
Saccone (Udc): “Più urgente riforma fiscale”
Il salario minimo non deve limitarsi ad uno slogan da campagna elettorale per Antonio Saccone, senatore dell’Udc, intervenuto su Radio Cusano Campus. “E’ ovvio -ha affermato Saccone- che ci sono delle sacche che sono ben al di sotto del salario minimo, ma perché ogni volta dobbiamo fare una riforma per accontentare qualcuno e lucrare qualche voto anziché fare una riforma fiscale totale? Bisogna rendere il fisco amico. Continuare sulla falsa riga della propaganda lanciando slogan a ridosso delle elezioni non va bene. Ci sono paghe che si aggirano sotto i 6 euro netti, questa è una vergogna. E’ giusto che vi siano tutele per portare almeno a 9 euro, dopodichè bisogna fare i conti della realtà per vedere chi paga tutto ciò. Bisogna trovare subito le risorse, che sono 2,5 miliardi l’anno. I soldi ci sono. Il taglio del cuneo fiscale è fondamentale, va tagliato. Servono 16 miliardi, quest’anno il governo ha definito la possibilità di avere un extra gettito di 38 miliardi di euro. Dobbiamo attingere a quel fondo“.
Salario minimo, Cisl: serve contrattazione
Giulio Romani, segretario confederale della Cisl, è intervenuto sul tema nella trasmissione “L’imprenditore e gli altri” condotta da Stefano Bandecchi su Cusano Italia Tv. “Il salario minimo può aiutare a risolvere un problema semplice e immediato di salari molto bassi, ma non risolve il problema strutturale per cui i salari italiani tendono a non crescere -ha affermato Romani- Questo avviene perché i salari italiani sono inseriti in una dinamica di crescita del Paese che è di stagnazione e non riescono ad intercettare neanche quella poca crescita perché forse c’è da sistemare anche qualche regola nella contrattazione. Certo è che se diamo alle imprese un’alternativa alla contrattazione. Se c’è un largo fenomeno di elusione contrattuale, questo aumenterà, perché ci sarà anche la possibilità di appigliarsi ad una legge sul salario minimo per non applicare un contratto. Ricordo che i contratti non contengono solo le tabelle salariali, ma anche una serie di tutele per i lavoratori, con una legge sul salario minimo queste tabelle potrebbero essere non applicate”.
Confimprese: priorità taglio cuneo fiscale
Guido D’Amico, presidente di Confimprese, su Cusano Italia Tv ha invece sottolineato: “E’ importante una contrattazione chiara, trasparente, facile da applicare, che non sia tesa a creare confusione. Accanto a questo, accanto al salario, dobbiamo immaginare di vedere un welfare nuovo, che sia realmente un valore aggiunto sia per il dipendente che per l’imprenditore. Il vulnus che gli imprenditori hanno è l’annosa questione del cuneo fiscale, ovvero il costo dei lavoratori rispetto al netto in busta. Di questo problema discutiamo da anni, ma non riusciamo ad affrontarlo concretamente”.