Si riaccendono le esercitazioni nell’area dell’Indo-Pacifico. Stando a quanto riferiscono molteplici agenzie di stampa, la Corea del Nord avrebbe lanciato otto missili balistici a corto raggio nel Mar del Giappone. Test numero 18 nell’anno corrente, le principali autorità di Seul continuano a monitorare la situazione con estrema attenzione.

Corea del Nord, 18esimo test di missili da inizio anno

Kim Jong-un e la Corea del Nord proseguono l’espansione nucleare con una nuova esercitazione composta dal lancio di otto missili balistici a corto raggio. Test che arriva a circa dieci giorni di distanza dall’ultima prova, lo scorso 25 maggio, nel quale erano coinvolti un missile intercontinentale (il cosiddetto ICBM) e due missili balistici a corto raggio.

A destare grande preoccupazione a Seul è il numero di razzi sparati contemporaneamente, ben 8: è la prima volta che Pyongyang ricorre a così tanti missili. L’episodio è accaduto intorno alla mezzanotte italiana, le 9 di mattina nelle due Coree, obbligando il Consiglio di Sicurezza nazionale del Sud a riunirsi nuovamente.

Anche il Giappone, nelle cui acque sono atterrati gli otto missili, segue la vicenda da vicino. Il Primo Ministro giapponese, Fumio Kishida, ha infatti dato istruzioni di raccogliere quante più informazioni possibili per poter esprimere una comunicazione chiara alla cittadinanza. Al contempo viene rafforzata la difesa aerea e marittima, in preallerta il piano nazionale di emergenza.

Frizioni anche tra Cina e Australia

La Corea del Sud è convinta che l’esercitazione sia una risposta alle prove congiunte tra Seul e Washington di qualche settimana fa, definite “invasive” dai cugini. Il neoeletto presidente Yoon Suk-Yeol sta cercando di essere pronto dal suo insediamento in caso di escalation nucleare.

Intanto si segnala un nuovo caso di tensione tra Australia e Cina. Fonti di Canberra esprimono forte preoccupazione per il rischio di collisione tra un caccia cinese e l’aereo spia australiano P-8 nei cieli del Mar Cinese Meridionale. Il ministro della Difesa Richard Marles riferisce che alcuni pezzi di alluminio si sono incastrati nel motore del velivolo oceanico, fortunatamente senza conseguenze.