Il tema caldo sul tavolo della politica italiana ed europea si stringe intorno al salario minimo. Il dibattito interno è acceso, con l’Unione Europea che osserva con attenzione gli sviluppi da lontano. Dopo l’accelerata della Germania, che è passata da 9,8 a 12 euro all’ora, a Strasburgo si attendono novità già dalla giornata di lunedì. Il Parlamento Europeo ha invece già approvato la proposta in maniera schiacciante circa un anno fa, con l’obiettivo di garantire un livello di vita dignitoso.

Salario minimo, sei Paesi nell’Eurozona sono privi di norma

La legge sul salario minimo subisce una forte accelerazione nelle ultime ore e potrebbe diventare realtà nei prossimi giorni. Oltre all’Italia, non esiste una norma “ad hoc” in Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia e Svezia, con differenze significative all’interno dell’Eurozona.

In Italia la questione è particolarmente delicata, sebbene ci sia la voglia da parte dei principali attori coinvolti, governo e parti sociali, di venirsi incontro. Ulteriori pressioni potrebbero giungere dall’Ue, con il commissario al Lavoro Nicolas Schmit che invita Roma a prendere una decisione, rimarcando al tempo stesso il vero obiettivo della proposta:

L’introduzione del salario minimo serve a istituire un quadro per fissare salari minimi adeguati ed equi. In questo modo si assicura un tenore di vita dignitoso, si puntano a ridurre le disuguaglianze e a scoraggiare il precariato“.

Orlando e Visco favorevoli, Brunetta mostra perplessità

Le principali figure istituzionali italiane hanno espresso il loro parere a riguardo in occasione degli eventi in corso di svolgimento. Il ministro del Lavoro Andrea Orlando si fa sintesi del pensiero collettivo:

Vedo aperture positive da tutte le parti, bisogna trovare il punto di contatto che consenta di intervenire subito in attesa poi di una legge organica“.

Anche il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, esprime parere favorevole:

Se ben studiato il salario minimo può introdurre effetti positivi. Il rischio si ha se alza troppo il livello poiché si creerebbero automatismi difficili da controllare. Diversi studi  dicono che il salario minimo in certe condizioni è favorevole all’occupazione“.

Renato Brunetta, al contempo, si è dimostrato scettico sulla questione in esame:

Il salario minimo per legge non va bene perché è contro la nostra storia culturale di relazione industriale, il salario non può essere moderato ma deve corrispondere alla produttività“.