C’è aria di mistero intorno al messaggio pubblicato dalla Russia su Vkontakte nei confronti dell’Italia. Firmato dal ministro degli Esteri Sergey Lavrov, c’è chi lo legge come un ricatto oppure una minaccia. Il passo chiave della lettera è l’accusa al governo attuale di “miopia” e di “poca moralità“, ma da dove ha origine tale missiva?
Il riferimento è alla puntata di Report dello scorso 9maggio, in cui si aggiorna l’andamento dell’indagine promossa dal Copasir sulla missione russa in occasione della prima ondata di Covid, nel marzo 2020.
Messaggio della Russia all’Italia, nel mirino Report e la Rai
Il governo russo, tramite il ministro degli Esteri Lavrov, ha diffuso su Vkontakte, popolare social network in Russia, una lettera dal messaggio minatorio rivolta all’Italia. In breve, viene contestato il sospetto di Roma sull’eventuale secondo fine della missione “Russia con amore“, che portò in Italia medici e strumenti utili a fronteggiare la prima ondata di coronavirus.
Una ricostruzione che il Cremlino smentisce categoricamente nella missiva:
“Il 9 maggio, il canale televisivo Rai 3 invece di trasmettere documentari sull’eroismo delle truppe alleate, compresa l’Armata Rossa, ha messo in onda un servizio di bassa propaganda. I nostri militari volati in Italia hanno rischiato la vita per dare una mano. Forse hanno dimenticato il nostro aiuto attraverso un comportamento servile e miope che non solo danneggia le relazioni bilaterali, ma dimostra anche il basso carattere delle autorità e dei suoi media“.
Il sospetto che il servizio di Report insinua è quello che la missione celasse un secondo fine, ossia quello di reperire delle informazioni riservate. Come detto, il Copasir sta conducendo un’indagine in coordinamento con l’intelligence nazionale. Quest’ultima interpreta il messaggio come un invito interno a prendere posizione nei confronti di Roma. A supportare questa tesi c’è anche il canale di comunicazione utilizzato, particolarmente diffuso nelle ex colonie sovietiche.
Anche il Cts è convinto che l’operazione nascondesse qualcosa
Con l’Italia schierata a sostegno dell’Ucraina e contro l’invasione russa, c’è il timore che eventuali dati sensibili raccolti possano essere diffusi come strumento di vendetta.
Secondo quanto contenuto nelle carte, l’intento era quella di penetrare nei sistemi informatici della pubblica amministrazione italiana. Un’ipotesi avallata anche dai vertici del Comitato Tecnico Scientifico (Cts). Quest’ultimo ha affermato di non essere mai entrato in possesso dei nominativi e delle qualifiche del personale medico sanitario giunto da Mosca.