Strage piazza Tienammen, per la prima volta dal 1989 in nessuna città della Cina verrà commemorato pubblicamente l’anniversario del 4 giugno. In nessun angolo dei suoi dieci milioni di chilometri quadrati verranno ricordati o anche solo pianti i giovani studenti massacrati dall’Esercito popolare di liberazione a Pechino su ordine del Partito comunista.

Strage piazza Tienammen, massiccia presenza di polizia

Massiccia presenza di polizia a piazza Tiananmen nel giorno del 33esimo anniversario della sanguinosa repressione del 1989. Le autorità hanno installato dispositivi di riconoscimento facciale sulle strade che conducono alla piazza e hanno fermato diversi passanti per identificarli, tra un folto gruppo di ciclisti a cui è stato chiesto di scansionare individualmente le loro carte d’identità. La presenza della polizia nell’area è quasi triplicata rispetto al solito. Sulle piattaforme social sono stati oscurati i riferimenti al 4 giugno.

A Hong Kong per la prima volta vietato il ricordo della strage

Ad Hong Kong, fino a due anni fa l’unico luogo in Cina in cui era ancora tollerato il ricordo dell’evento, è stata vietata la veglia da quando Pechino ha imposto una legge sulla sicurezza nazionale per soffocare il dissenso dopo le enormi proteste pro-democrazia del 2019. Le autorità, ieri, hanno avvertito che “partecipare a un’assemblea non autorizzata” comporta il rischio di infrangere la legge e di una pena massima di cinque anni di reclusione. Alla viglia dell’anniversario gran parte di Victoria Park, sede della tradizionale veglia annuale a lume di candela, è stata chiusa al pubblico. Decine di migliaia di candele hanno illuminato la notte per 30 anni di fila, risvegliando le coscienze e impedendo al mondo e alla stessa Cina di dimenticare come il governo abbia massacrato il suo stesso popolo pur di non concedergli un briciolo di libertà e democrazia.

Strage piazza Tienammen, morti migliaia di cinesi che protestavano

Nella notte tra il 3 e il 4 giugno 1989 morirono centinaia o forse migliaia di persone sotto i colpi delle milizie cinesi inviate a Pechino per reprimere le rivolte di studenti e lavoratori che chiedevano più democrazia. Nella memoria collettiva resta la foto simbolo del “Tank Man”. Un giovane, solo e disarmato, il 5 giugno 1989 si fermò davanti ai carri armati nel tentativo di arrestare la loro marcia. L’immagine fu scattata da Jeff Widener, un fotografo dell’Associated Press, da un balcone del Bejing Hotel.

Ti potrebbe interessare leggere https://www.tag24.it/319152-top-gun-maverick-cina/

Sulla fine del duro lockdown per contenere il Coronavirus a Shanghai ascolta la testimonianza di Andrea Rumere, chef torinese che vive e lavora i Cina da anni, nella trasmissione “Cosa succede in città” su Radio Cusano Campus https://www.radiocusanocampus.it/podcast/andrea-rumere-chef-piemontese-che-vive-a-shangai-racconta-la-fine-del-duro-lockdown-della-citta-cinese/