Top Gun: Maverick è un successo indiscutibile al botteghino mondiale ma rischia ora di perdere la distribuzione in Cina, che potrebbe mettere al bando il film per una controversia geopolitica che coinvolge Stati Uniti, Cina e l’isola di Taiwan.

Top Gun: Maverick, la Cina contro il film per la giacca del protagonista

I rapporti tra Stati Uniti e Cina si fanno sempre più tesi e il cinema diventa un nuovo terreno di scontro.
A essere colpito è il blockbuster di queste settimane, quel Top Gun: Maverick che sta dominando il box office mondiale. Il motivo è da ricercarsi nell’iconico giubbotto di pelle indossato dal protagonista fin dal primo capitolo del 1986. Sul retro di esso erano presenti delle toppe in memoria delle missioni di suo padre in Giappone e Taiwan. Tuttavia, nel primo trailer del film diffuso nel 2019, proprio quelle due bandiere erano state rimosse e sostituite con altre, come fece notare il giornalista Mark McKinnon su Twitter.

La ragione di quella rimozione era prevalentemente economica: il mercato cinese è uno dei più importanti a livello globale e Hollywood dipende da esso per far raggiungere ai suoi blockbuster risultati degni di nota. Ora, però, quelle bandiere sono state ripristinate per la versione definitiva arrivata nelle sale, e questo ha scatenato la reazione della Cina.

La reazione di Hollywood contro la Cina

C’è un altro fattore da considerare, nella controversia riguardante Top Gun: Maverick. Inizialmente, la pellicola vedeva tra i suoi finanziatori anche la società di produzione cinese Tencent Pictures. È lecito supporre che la compagnia possa aver fatto pressioni per eliminare quei simboli dalla giacca del protagonista.
Tuttavia, stando al Wall Street Journal, la società ha ritirato il proprio sostegno economico alla pellicola alla fine del 2019 proprio in virtù delle crescenti tensioni geopolitiche tra USA e Cina.
Secondo l’ex produttore Chris Fenton – autore del saggio Feeding the Dragon: Inside the Trillion Dollar Dilemma Facing Hollywood, the NBA, & American BusinessHollywood si trova di fronte a una svolta nei suoi rapporti con la Cina, e ha deciso di mettere un freno alla sua dipendenza da quel mercato.

“Hollywood sta iniziando a reagire. Non vale più la pena di assecondare i censori cinesi in virtù delle ragioni di mercato”.

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