Sboccia la tensione nelle acque internazionali del Mar Mediterraneo. Come riporta il ministero della Difesa, nella giornata di giovedì una motovedetta libica ha esploso diversi colpi d’arma da fuoco verso il peschereccio italiano “Salvatore Mercurio”.

Avvertimento a suon di spari della motovedetta libica

Momenti di panico per il peschereccio italiano “Salvatore Mercurio”, assalito da colpi d’arma da fuoco sparati da una motovedetta libica in acque internazionali. L’episodio è accaduto a nord delle coste di Bengasi e non si registrano danni all’imbarcazione. Sulla vicenda sono vigili sia il ministero della Difesa che la Marina Militare.

Proprio quest’ultima è intervenuta avvertendo la motovedetta di desistere dall’azione minatoria. Stando a quanto riportato, i libici erano convinti che il peschereccio avesse violato l’area di pesca (Zpp), entrando dunque in acque straniere. In quella zona, infatti, è molto praticata la pesca di tonni e spada. Immediata la richiesta d’intervento da parte degli occupanti, soccorsi a stretto giro dalla Marina Militare che segue con attenzione quell’area del Mediterraneo. Con essa è sbarcato a bordo anche un team sanitario, che ha verificato le condizioni dei passeggeri, senza riscontrare nulla di grave.

Riemerge il tema della sicurezza dei pescatori nelle acque contese

La notizia dei colpi sparati dalla motovedetta libica verso le due navi da pesca di Catania ripropone d’attualità il tema della sicurezza i pescatori impegnati nel Canale di Sicilia. Il segretario Uila pesca Sicilia, Tommaso Macaddino, chiede un intervento possibilmente tempestivo per evitare che si debba assistere a un nuovo episodio spiacevole:

La questione relativa agli accordi bilaterali tra Italia e Libia non è più rinviabile. L’intera marineria di Mazara del Vallo ben ricorda la ferita inferta dal sequestro di 108 giorni che hanno vissuto 18 pescatori in Libia. Non vorrei che si parlasse di sicurezza solamente quando accadono fatti agli onori delle cronache, salvo poi far cadere il tutto nel dimenticatoio“.