Mentre agli assoluti l’Italia della scherma continua a vincere il braccio di ferro tra la Federazione Internazionale di Scherma e la FFR (quella russa). Dal 2 marzo gli atleti della federazione sono stati banditi dalle competizioni internazionali. Ora la FFR ha portato in giudizio al tribunale civile di Losanna la Federazione Internazionale di Scherma per cercare di sovvertire la decisione.
Le udienze preliminari sono state a sfavore dei russi, che chiedevano il reintegro dei propri atleti facendoli gareggiare senza bandiera e inno, come d’altronde accade in molti altri sport.
Scherma, atleti russi esclusi: l parole del presidente FIE Emmanuel Katsiadakis
“Oggi si sono tenute udienze preliminari, in cui una delle opzioni per raggiungere un compromesso era la proposta della FFR di consentire ai russi di iniziare in uno stato neutrale sotto la bandiera della FIE. Ma la FIE, rappresentata dal presidente ad interim Emmanuel Katsiadakis, ha difeso la decisione del suo Comitato Esecutivo di non includere gli atleti russi nelle competizioni”.
Il tribunale ora ha dato tre mesi a FIE e FFR per arrivare ad un compromesso. L’obiettivo è comunque arrivare ad un accordo a breve. Dal 15 al 23 luglio andranno infatti in scena i Campionati Mondiali 2022. Il tempo non è molto e le possibilità dei russi di partecipare alla rassegna è sempre più lontana.
La posizione della scherma sulla squadra russa
Già all’inizio della guerra gli atleti russi di scherma erano stati quelli più contestati. La squadra ucraina infatti si era ritirata dalla competizione anziché scendere in pedana contro la Russia, mostrando un cartello con scritto “Fermate la guerra! Salvate l’Ucraina! Salvate l’Ucraina! Salvate l’Europa”. Anche la squadra italiana aveva preso posizione, ritirandosi dalla Coppa del Mondo d Sochi, con le parole di spiegazione di Paolo Azzi. “È evidente che la prova di Coppa del Mondo di spada femminile in corso a Sochi abbia perso tutto il suo significato tecnico e sportivo, sacrificato sull’altare della situazione internazionale”.