Fulvio Collovati, la Nazionale e la crisi del calcio italiano. “Italia di diritto ai Mondiali in quanto vincitrice degli Europei? Non sono d’accordo con quanto detto da Roberto Baggio. Ognuno è libero di esprimere la propria opinione ma non sono assolutamente d’accordo. Per diritto divino a nessuno è concesso di ottenere delle meritocrazie. Te le devi guadagnare sul campo, in particolare nello sport. Stiamo vivendo un remake del 2018 e ho la vaga impressione che passeranno altri quattro anni e non faremo nulla. Bisogna agire nei settori giovanili a livello educativo, soprattutto negli insegnanti e nei tecnici che sono diventati tutti scienziati”. In questo modo Fulvio Collovati, campione del mondo con la maglia dell’Italia nel 1982, si esprima ai microfoni di “Mattina con Noi” su Cusano Italia Tv.
Collovati, sollecitato sul tema, ha poi ripreso il discorso parlando delle difficoltà di inserire giovani nelle squadre di Serie A: “Facciamo un esempio: quanti giocatori della Cremonese giovani italiani (Carnesecchi, Zanimacchia, Fagioli ndr) giocheranno l’anno prossimo in Serie A? Ve lo dico io, nessuno. Non c’è fiducia. Ora la Juventus, ad esempio, va a cercare Jorginho, con tutto il rispetto per questo centrocampista. La Juventus ha tre giocatori di proprietà a centrocampo: Rovella, Miretti, Fagioli. Nessuno di questi l’anno prossimo giocherà titolare nella Juventus. Se devi arrivare quarto con Rabiot arrivi quarto anche con Fagioli”.
Collovati su Mancini e Nazionale: “Non è l’unico colpevole dell’eliminazione dell’Italia”
Il tema dell’Italia, dopo la sconfitta contro l’Argentina nella Finalissima, ha aperto altre riflessioni sulla rosa degli Azzurri e sulle responsabilità di Roberto Mancini. Collovati, oltre al tema Nazionale, ha poi analizzato la figura del commissario tecnico della Nazionale: “Mancini non è l’unico responsabile dell’uscita dell’Italia dai Mondiali contro la Macedonia del Nord. Prova a scovare giovani, tipo Gnonto, ma non li conosco. Praticamente questi giovani non ci sono, è una generazione con tantissimi centrocampisti ma senza difensori e con poche punte. Senza Chiellini abbiamo Bonucci e Bastoni, e poi? Dietro il vuoto”.
Salernitana, Collovati: “Sabatini via da Salerno è un esempio di crisi del calcio”
Il campione del mondo nel 1982 si è poi espresso anche sul caso Walter Sabatini, che lascia il ruolo di direttore sportivo in casa Salernitana: “Uno dei simboli della crisi del calcio italiano si trova a Salerno, dove Walter Sabatini ha dovuto salutare l’Arechi dopo una salvezza difficilmente conquistata. Ha rotto il rapporto con il presidente (Iervolino ndr) perché il presidente ha detto basta sulle commissioni. Bisogna ripartire da questi ricatti, smettendola di essere oggetto di un determinato ambiente e cominciare a rifondare i settori giovanili, prendendo i ragazzi educandoli uno a uno, sia a livello tecnico sia a livello umano”.