Stipendi e inflazione, cosa succederà? Il potere d’acquisto rischia di ridursi del 4% entro fine anno. Gianluigi Paragone, fondatore di Italexit, è intervenuto sul tema ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi su Radio Cusano Campus.

Stipendi e inflazione

“Più riforme del lavoro sono state fatte più si sono smantellati i diritti dei lavoratori ed è crollato il potere salariale -ha affermato Paragone-. Ho cercato di capire la ratio del potere dell’obbligo vaccinale a 50 anni, se tu perdi il lavoro a 50 anni in Italia non lo ritrovi più, non è solo il problema dello stipendio. Se esci dal mondo del lavoro a 50 anni sei un uomo morto, carico di debiti. Ci hanno raccontato il mito della flessibilità, che il contratto a tempo indeterminato nella modernità è una cosa che i lavoratori non vogliono. Poi l’altro inganno: lavorare da dipendente ma con la partita iva. Di contro hai il mondo della piccola impresa a cui il lavoro sta costando cifre proibitive. La nuova cultura del lavoro è il reddito di cittadinanza, che invece doveva essere l’emergenza: se tu cadi devi essere messo nelle condizioni di sopravvivere. Invece è diventato la regola”.

La parata del 2 giugno

“Ieri alla parata del 2 giugno ho visto la solita liturgia vuota -ha dichiarato Paragone. L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. Il lavoro è stato minato negli ultimi 30 anni in maniera cannibalesca e i top manager, che hanno un rischio pari a zero, guadagnano 300 volte quello che guadagna un lavoratore ordinario. Ma questa è giustizia sociale? Mai come in questo momento devi andare ad aumentare gli stipendi dei lavoratori. La riforma del lavoro la devi fare puntando sulle retribuzioni. Ai piccoli e ai medi imprenditori un lavoratore non può costare un occhio della testa, anche perchè alle multinazionali fanno fare quello che vogliono.