Elliot Page a cuore aperto in un lungo editoriale nel quale ha raccontato le difficoltà che un attore transgender non binario deve affrontare a Hollywood. In particolare, ha ricordato un episodio particolarmente grave avvenuto durante la promozione di Juno.
Elliot Page denuncia le aspettative e il controllo di Hollywood
Elliot Page si prepara a pubblicare Pageboy, il suo libro di memorie, il prossimo anno. Intanto, però, ha scritto un lungo e sentito editoriale per Esquire nel quale racconta il faticoso processo che ha accompagnato prima il suo coming out nel 2020 e, successivamente, la sua transizione.
In particolare, Page si è soffermato su come sia difficile per Hollywood fare i conti con la libertà individuale e l’identità di chi lavora in quel mondo. L’attore ha ricordato un episodio decisamente sgradevole avvenuto prima del suo coming out, durante la promozione del film che lo ha reso famoso, Juno di Jason Reitman, per il quale ricevette una nomination all’Oscar nel 2007.
In occasione della premiere del film, lo Studio lo costrinse a indossare un abito elegante da donna, ignorando completamente le sue scelte.
“Eravamo alla premiere del film al Toronto International Film Festival e avevo già deciso come volevo vestirmi. Non avevo ancora capito, però, quanta aspettativa ci fosse intorno all’aspetto che avrei dovuto avere. E così lo Studio ignorò la mia decisione, mi portò in uno di quei negozi eleganti di Bloor Street e mi fecero indossare un abito da donna. Ho rivisto le foto degli incontri stampa, con Michael Cera [co-protagonista del film, n.d.r.] in pantaloni e scarpe da ginnastica, e mi sono reso conto di quanto fosse sbagliato tutto ciò. Era davvero estremamente sbagliato e non va affatto considerata come una cosa normale perché non lo è per niente. E questo a prescindere dal mio essere trans! Alcune persone mi hanno chiesto scusa per quell’episodio, dicendomi che all’epoca non sapevano che fossi trans, ma non è questo il punto! Non importa se sono trans o eterosessuale. Non ha niente a che vedere con questo”.
“La gioia più grande è vedere finalmente me stesso”
Sono passati diversi anni dall’episodio raccontato da Page. Per fortuna, sembra che le cose a Hollywood stiano cambiando negli ultimi tempi. Lo confermano vicende come la dura presa di posizione della Disney, di fronte alla censura araba verso un personaggio transgender presente in West Side Story di Steven Spielberg.
Tutto ciò avviene anche grazie al contributo e alle testimonianze di persone sensibili e sincere come Page. L’attore, parlando della sua transizione, ha descritto quella che, per lui, è al momento la gioia più grande.
“Non riuscivo a immaginarmi come una donna. Mi chiedevo quale fosse il mio futuro, e la risposta era che non ne avevo. Mi sentivo così. Poiché non ero mai stato una ragazza, non sarei mai potuto essere una donna.
Adesso non esagero se dico che la gioia più grande di tutte è riuscire davvero a vedere se stessi. So che sembro diverso per alcuni, ma per me è come se stessi iniziando ad essere davvero me stesso. È indescrivibile”.
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