“Domani, 2 giugno, celebreremo la Festa della nostra Repubblica, nata, per volontà del popolo italiano, settantasei anni or sono”.
Al concerto offerto al Quirinale ai Capi missione stranieri accreditati in Italia, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha voluto ricordare la solenne data del 2 giugno. Senza dimenticare comunque l’attuale situazione internazionale.
Assenze per Russia e Bielorussia
Due le sedie mancanti, quelle per gli ambasciatori di Russia e Bielorussia. Le sedi diplomatiche non hanno infatti ricevuto l’invito per il concerto, come chiesto ai primi di maggio dall’Unione Europea durante la periodica riunione degli ambasciatori; in quella sede l’invito agli stati membri era stato, tra le varie misure dopo l’invasione dell’Ucraina, di non coinvolgere le rappresentanze in occasione delle feste nazionali e interne.
Mattarella e il richiamo alla guerra
Il Capo dello Stato poi fa riferimento alla nostra Carta Costituzionale:
“Con la Costituzione l’Italia ha imboccato con determinazione la strada del multilateralismo, scegliendo di non avere Paesi nemici e lavorando intensamente per il consolidamento di una collettività internazionale consapevole dell’interdipendenza dei destini dei popoli, nel rispetto reciproco, per garantire universalmente pace, sviluppo, promozione dei diritti umani“. “Ci ha spinto e ci spinge il solenne impegno al ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali”. (Come ricorda l’articolo 11 della nostra Costituzione, ndr)
Mattarella, in vista del 2 giugno, fa anche riferimento alla situazione odierna, con la guerra in Ucraina che si avvicina al suo 100° giorno:
“Oggi, l’amara lezione dei conflitti del XX secolo sembra dimenticata: l’aggressione all’Ucraina da parte della Federazione Russa, pone in discussione i fondamenti stessi della nostra società internazionale, a partire dalla coesistenza pacifica“.
2 giugno, Mattarella: “In Ucraina guerra di stampo ottocentesco”
Il Presidente della Repubblica poi ribadisce la posizione del nostro Paese:
“Trovarsi, nel continente europeo, nuovamente immersi in una guerra di stampo ottocentesco, che sta generando morte e distruzioni, richiama immediatamente alla responsabilità; e la Repubblica italiana è convintamente impegnata nella ricerca di vie di uscita dal conflitto che portino al ritiro delle truppe occupanti e alla ricostruzione dell’Ucraina“.
Per il Capo dello Stato ora, “con lucidità e con coraggio occorre porre fine alla insensatezza della guerra e promuovere le ragioni della pace“:
“L’incancrenirsi delle contrapposizioni conduce soltanto ad accrescere i serbatoi dell’odio, a negare le ragioni della libertà, della democrazia, della giustizia internazionale dei popoli, valori incompatibili con chi promuove conflitti”.
Infine, il Presidente della Repubblica conclude il suo discorso con un appello. Una speranza:
“Esistono per il genere umano, con la più grande evidenza, beni condivisi e gravi pericoli comuni che obbligano a superare ogni egoismo, ogni volontà di sopraffazione. Occorre ripristinare una rinnovata legalità internazionale. Con questa convinzione e in questa prospettiva auguro a tutti buona Festa della Repubblica”.