Jamie Dimon, CEO di JPMorgan Chase, lancia un allarme importante diretto all Federal Reserve, la banca centrale americana. Secondo l’amministratore delegato della multinazionale, è alle porte un uragano economico senza precedenti, avvisando al contempo gli investitori.

Dimon, CEO di JP Morgan: “Il petrolio arriverà a 175 dollari al barile”

Il CEO di JP Morgan Chase Jamie Dimon ha parlato in maniera autorevole durante una conferenza finanziaria a New York, lanciando l’allarme per il futuro economico degli Usa:

L’ultima volta ho detto che il cielo sarà nuvoloso, tuttavia ho intenzione di cambiare le previsioni: ci sarà un vero e proprio uragano. Vedremo se la sua forza sarà maggiore di Sandy“. Il riferimento è al disastro naturale che colpì i caraibi e la Florida nel 2012.

Di fronte agli analisti e agli investitori presenti in aula Dimon ha invitato il pubblico a prepararsi ai possibili disastri economico-finanziari. Lo stesso farà JP Morgan Chase con il proprio bilancio. Oltre al cosiddetto “inasprimento quantitativo” legato all’acquisto di obbligazioni di emergenza da parte della Federal Reserve, il CEO guarda con scarsa fiducia alla guerra in Ucraina:

Il prezzo del petrolio salirà continuamente di prezzo a causa delle interruzioni causate dal peggior conflitto europeo dalla seconda guerra mondiale. Ci aspettiamo che possa raggiungere i 150 o 175 dollari al barile. Come Stati Uniti non stiamo intraprendendo le azioni adeguate per proteggere l’Europa da ciò che accadrà sul petrolio nel breve periodo“.

Anche il mercato del lavorò rifletterà la crisi finanziaria

Il discorso di Jamie Dimon rientra anche all’interno del “JP Morgan Bond Bulletin”, un evento che fa il punto sulla situazione obbligazionaria degli Usa:

La crescita decelera a causa della contrazione del reddito reale che pesa sull’intera attività economica. Le condizioni finanziarie negli Stati Uniti si sono fortemente inasprite per tenere a bada un’inflazione rampante che ha accentuato le pressioni sui costi, sia per le aziende sia per le famiglie. La velocità con cui le Banche Centrali sono intervenute sui tassi è emblematico di un periodo che mai prima d’ora abbiamo vissuto. Infine, anche il mercato del lavoro, che negli ultimi anni è stato un solido pilastro per la crescita, mostra i primi segni di debolezza“.