Pd in pressing sui 5 Stelle

Il pressing di Letta sui 5 Stelle in questi giorni ha un obiettivo duplice. Certo guarda alla Sicilia, e alla possibilità di insinuarsi tra le divisioni del centrodestra alle prese con la riconferma del governatore Musumeci, ma è rivolto anche a scoraggiare Conte in vista dell’arrivo di Draghi in Senato il 21 giugno.  Il messaggio subliminale che il segretario del Pd manda al suo omologo dei 5 stelle suona così: “Attento che se crei dei problemi al Governo, tutto si rimette in discussione ed io non riuscirei più a tenere i miei sulla linea dell’alleanza giallo rossa”. 

Sulla politica estera a rischio l’alleanza Pd-5 Stelle

Complice l’avvertimento di Matteo Renzi, le comunicazioni del Presidente del Consiglio in Parlamento sono particolarmente attenzionate, anche per l’impossibilità di concordare una risoluzione di maggioranza. Gli sherpa del Nazareno stanno infatti lavorando per far sfogare il malumore dei colleghi grillini nella presentazione di ordini del giorno che attestino la loro posizione sul conflitto in Ucraina.
La domanda che serpeggia nei corridoi del Palazzo è se però tutto questo basterà a Conte, che prima del 21, dovrà affrontare altre forche caudine come la nuova sentenza del Tribunale di Napoli ed il primo turno delle amministrative.

L’ultima chance di Enrico Letta a Giuseppe Conte

Quello che appare certo è che siamo di fronte all’ultima possibilità che Letta potrà concedere al riottoso alleato. Il malumore nel partito ha raggiunto soglie significative, e non c’è più il solo Andrea Marcucci a dissentire dalla linea ufficiale: è scontato che una differenziazione del M5S sulla guerra provocherebbe un irrigidimento totale anche del ministro della Difesa Lorenzo Guerini, che per ora ha assunto una posizione defilata, in attesa degli eventi.
Il segretario del Pd non può minimizzare neanche il rompete le righe che si sta registrando sui referendum, i 5 no che esprimerà il Nazareno hanno convinto pochissimi dirigenti, tanto che la maggioranza del partito, a Roma come nei territori, si recherà alle urne e voterà almeno qualche si.