Martedì scorso Israele e Emirati Arabi Uniti, tramite i rispettivi Ministri dell’Economia, hanno siglato un fondamentale accordo commerciale tra i due Paesi. L’obiettivo è quello di far accrescere il proprio commercio bilaterale annuo di almeno 10 miliardi di dollari, circa 9 miliardi di euro, per i prossimi cinque anni. Si tratta dell’accordo commerciale più grande fatto da Israele con un Paese arabo, a seguito della normalizzazione dei rapporti diplomatici raggiunti con gli ‘Accordi di Abramo‘ nel 2020.

Cosa prevede l’accordo tra Israele e Emirati Arabi Uniti?

L’intesa è stata firmata a Dubai, dopo mesi di negoziazioni. A facilitare il tutto sono stati i rapporti commerciali, già molto intensi. Lo scorso anno Orna Barbivai, Ministra dell’Economia israeliana, aveva dichiarato che il commercio bilaterale tra Israele e Emirati Arabi Uniti aveva raggiunto gli 885 milioni di dollari. Nello stesso lasso di tempo, invece, il commercio tra Israele ed Egitto, che hanno un accordo di pace in vigore dal 1979, era stato di soli 330 milioni di dollari, ossia meno della metà.

Le crescenti relazioni commerciali tra Israele e gli Emirati Arabi Uniti, un paese musulmano che ufficialmente sostiene la causa palestinese, non sembrano essere stati granché intaccati nemmeno dalle grosse differenze di vedute sul conflitto tra Israele e Palestina, che nelle ultime settimane si è intensificato con nuove violenze. L’intesa, che entrerà negli Accordi di Abramo, regolerà tasse, importazioni e proprietà intellettuale fra i due Paesi. Concretamente, verranno aboliti i dazi doganali sul 96% dei prodotti. La sottoscrizione è avvenuta, nonostante l’escalation di violenza israelo-palestinese. Domenica si è a tenuta la “marcia delle bandiere” dalla Porta di Damasco fino al Muro del Pianto a cui hanno partecipato 26’000 persone che è stata accompagnata da numerosi scontri.