La stagione è in archivio e per l’allenatore della Roma José Mourinho è tempo di bilanci. “Penso che la nostra stagione sia stata fantastica perché non avevamo la capacità di fare di più” ha ammesso lo Special One in un’intervista rilasciata al quotidiano portoghese Record. Un’annata culminata con la vittoria della Conference League, un successo speciale quanto inaspettata: “La vittoria della Conference League la metto sullo stesso piano delle altre competizioni europee perché ha generato forti emozioni – spiega Mourinho – Ci sono club per i quali le vittorie europee sono conseguenza naturale di investimenti e delle aspettative. Io ho avuto la fortuna che su cinque vittorie, quattro sono state contro natura. Con il Porto, per esempio nessuno si aspettava le vittorie europee, così come con l’Inter. E ancor meno con la Roma. In questo caso è stata una vittoria speciale“.
In campionato, invece, la Roma ha chiuso al sesto posto. Il massimo secondo Mourinho visto il fitto calendario con cui ha dovuto fare i conti la squadra giallorossa: “Avevo avversari come Inter, Milan e Juventus e non dimentico Napoli, Atalanta e Lazio. Abbiamo giocato 14 partite di giovedì con il campionato la domenica successiva. Ho trovato un campionato in crescita. Le squadre di metà classifica hanno qualità e di conseguenza le partite sono cambiate. Squadre come Verona, Torino, Bologna e Sassuolo, senza la pretesa per la lotta europea o per non retrocedere, vogliono vincere sempre e non ci sono incontri noiosi. Sono contento di essere tornato in Serie A“.
Partite, tuttavia, condizionate dagli arbitri a detta dell’allenatore portoghese: “Si discute degli arbitri non solo in Italia, ma nel mondo intero – racconta Mourinho – Rocchi ha meno arbitri esperti e tanti giovani in crescita, però devo riconoscere che ci sono stati troppi errori arbitrali che hanno condizionato molte partite. Nonostante questo, il campionato italiano ha qualità”.
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“Rui Patricio è un mostro, Sergio Oliveira un campione”
Mourinho ha poi speso parole d’elogio nei confronti dei due giocatori portoghesi in rosa, Rui Patricio e Sergio Oliveira: “Rui è un mostro, a Roma e “San Patricio”. Ha giocato 54 partite, ha subito due gol stupidi contro Sassuolo e Bodo/Glimt, ma ha sempre avuto un rendimento altissimo. Come fate in Portogallo a dire che non gioca titolare in nazionale dopo la stagione nella Roma? Per me è un’eresia. Sergio è un campione. Sa vincere e sa essere leader e compagno ideale di squadra. È stato fondamentale nella seconda metà della stagione“.
Parole al miele, come quelle riservate al direttore sportivo Tiago Pinto: “Sono obbligato a dire: grande Tiago Pinto – racconta Mou – È il mio compagno quotidiano, un grande direttore e, oggi, un grande amico. Oggi capisco meglio perché il Benfica quest’anno non ha vinto. Siamo consapevoli delle differenze che ci separano dalle prime della classe. Solo lavorando potremmo ridurre il gap”.
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Per l’attacco piace Solbakken
La Roma cercherà di ridurre il gap con il lavoro, ma anche attraverso il mercato. Per l’attacco, secondo quanto riportato da Sky Sport, il giocatore che resta sul taccuino dei giallorossi è Ola Solbakken, norvegese classe 1998 di proprietà del Bodo/Glimt che in stagione ha segnato tre gol contro la Roma in Conference League. Il club ha tenuto vivi i contatti in queste settimane, ma ora vuole stringere i tempi. Dipende da Solbakken che ha un contratto in scadenza il 31 dicembre 2022 con il Bodo e sta valutando le offerte sul tavolo. La strategia della Roma è chiara: fargli firmare un contratto già il 1° luglio e poi trattare con il Bodo/Glimt per svincolarlo in anticipo con un minimo indennizzo. Il club norvegese, di contro, vorrebbe tenere Solbakken per i preliminari di Champions League.