Tetto sul prezzo del gas e sanzioni sul petrolio. Secondo Stefano Fassina, deputato di Leu, le misure sbandierate ieri dall’Europa non sono realmente utili e anzi sono controproducenti per l’UE stessa.

Gas e petrolio

Fassina è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi su Radio Cusano Campus. “Si sta aggravando una situazione che era già grave -ha affermato Fassina-. Mi pare però che vi sia una scelta sempre più esplicitata che a pagare debbano essere le lavoratrici, i lavoratori e i pensionati. Si sta celebrando questo successo sul tetto al prezzo del gas, ma nelle conclusioni è scritto soltanto che il Consiglio invita la Commissione ad esplorare con i partner internazionali le modalità per frenare i prezzi del gas, tra le quali anche il tetto. Noi oggi torneremo a chiedere a Cingolani a chiedere un tetto nazionale al prezzo del gas come hanno fatto Spagna e Portogallo. C’è bisogno poi di dare sostegni più consistenti alle imprese, non con i crediti d’imposta, ad esempio con prezzi calmierati per il gasolio alle attività di pesca e agricoltura che altrimenti non ce la fanno. Il blocco dell’importazione di petrolio farà male solo a noi europei perché non hanno incluso le petroliere. Il problema è che fa salire i prezzi a noi e non danneggia la Russia, è solo un segnale politico. Il blocco riguarda il petrolio che viene esportato via mare, se tu non sanzioni anche le petroliere quel petrolio che viene preso dai porti russi viene portato ad esempio in India. Quindi l’effetto sarà ulteriore spinta inflazionistica per noi mentre per Putin non ci sarà alcun danno perché il petrolio andrà da altre parti. Ormai si dà per scontato che a pagare siano lavoratori e piccoli impresi. Continuare a parlare della guerra e di far vincere l’Ucraina è inaccettabile, le ragioni per cui dobbiamo fare un compromesso con Putin è che non ci possiamo permettere di far soffrire ancora altro tempo questi lavoratori”.

Salari

“I salari sono bloccati in termini reali da tanto tempo -ha spiegato Fassina-. Visco ieri ha posto un tema giusto, se riparte l’inflazione i tassi d’interesse aumenteranno decisamente di più di quanto previsto. Non è che il lavoro si difende inseguendo l’inflazione. Bisogna intervenire subito anche con misure che aumentino il potere d’acquisto. Bisogna che il governo chiami le parti sociali e definisca un intervento sui redditi da lavoro e da pensione che sterilizzi l’impatto dell’inflazione. Dopodichè ci deve essere un impegno anche delle imprese a non caricare troppo i costi sui prezzi finali. Bisogna evitare la spirale prezzi-salari”.