L’Istat ha registrato il PIL in aumento. Nel primo trimestre dell’anno il Pil, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015 corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato. La crescita è dello +0,1% rispetto al trimestre precedente e del +6,2% nei confronti del primo trimestre del 2021. Il dato è fornito dalla statistica Istat sui conti economici trimestrali. In calo la spesa delle famiglie mentre accelera l’inflazione. 

Le statistiche dell’Istat sul pil in aumento

Nella statistica sui conti economici trimestrali l’Istat spiega che la crescita congiunturale del Pil era stata del -0,2%il 29 aprile, mentre quella tendenziale era stata del +5,8%. La revisione congiunturale di 0,3 punti percentuali, per l’istat “non rappresenta un’eccezione assoluta in questo periodo ancora influenzato dalla pandemia, visto che nel primo trimestre del 2021 la revisione al rialzo era stata di 0,5 punti”.

Le spiegazioni dell’Istat sul Pil in aumento

L’istituto di statistica ha così giustificato la crescita:

“La ripresa è stata determinata soprattutto dalla domanda interna e in particolare agli investimenti a fronte di un contributo negativo della domanda estera. Sul piano interno, l’apporto dei consumi privati è stato negativo mentre è risultato nullo sia quello delle amministrazioni pubbliche, sia quello della variazione delle scorte. In buona ripresa anche ore lavorate e unità di lavoro, a fronte di una crescita più lieve dei redditi pro capite e di una stazionarietà delle posizioni lavorative”.

Istat: cala la spesa delle famiglie

Nel primo trimestre dell’anno la spesa familiare ha registrato una diminuzione in termini congiunturali dello 0,9%. In particolare gli acquisti di beni durevoli sono cresciuti del 2,7% e quelli dei beni semidurevoli del 2,4%. In controtendenza i consumi in beni non durevoli diminuiscono dell’1% e quelli di servizi del 2%.

L’inflazione torna a salire nel mese di maggio

Se ad aprile avevamo visto un rallentamento a maggio l’inflazione è tornata ad accelerare. Questo si deve ai prezzi di diverse tipologie di prodotto. Per primo abbiamo i beni energetici la cui crescita passa da +39,5% di aprile a +42,2%. Abbiamo poi beni alimentari, cresciuti da +6,1% a +7,1%, seguiti dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona ed infine dei Servizi relativi ai trasporti. Questi ultimi passano da +5,1% a +6,0%. Pertanto, l’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +2,4% a +3,3% e quella al netto dei soli beni energetici da +2,9% a +3,7%, rileva l’Istat.