Importante messaggio del governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, all’interno delle Considerazioni finali. Un lungo intervento che ha fatto punto sulla situazione italiana, profondamente colpita dalla guerra in Ucraina

L’invasione russa dell’Ucraina  segna una drammatica cesura nella storia recente. L’inizio di una grave crisi umanitaria, il riemergere di tensioni che sembravano ridotte, se non superate. Il nostro primo pensiero deve andare alla popolazione ucraina, alle vittime e a coloro che hanno visto sconvolta la propria quotidianità“.

La guerra ha inoltre accentuato l’incertezza, indebolendo l’intera attività produttiva nel primo trimestre. Stando ai nostri calcoli, il prolungamento del conflitto in Ucraina potrebbe pesare per un 2% sulla crescita del Pil“.

Visco (Banca d’Italia): “No a divisione in blocchi”

Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, ha presentato la Relazione annuale sul 2021. Nel suo discorso, una esaustiva disamina della guerra in Ucraina e dei suoi impatti, a livello nazionale e internazionale, dall’economia alla geopolitica:

Una divisione del mondo in blocchi metterebbe a rischio le dinamiche che hanno ridotto la povertà a livello globale, a discapito dei più deboli. Pur comprendendo le ragioni di sicurezza, ci sarebbero conseguenze assai negative per le economie di minori dimensioni. Inoltre verrebbero meno le principali sfide che stiamo affrontando, tra cui la lotta al cambiamento climatico“.

Poi una citazione a Luigi Einaudi, sull’esigenza di mantenere ampio il dialogo su tutti i livelli:

Frontiere aperte sono artefici di prosperità perché libertà di scambi economici internazionali è sinonimo di pace. La riflessione sul governo della globalizzazione non sia annebbiata dalla sfiducia e dalle tensioni del conflitto. È fondamentare coltivare con il massimo impegno il dialogo e la speranza che la guerra si concluda al più presto“.

Il governatore: “Impensabile usare il debito pubblico per nuovi programmi”

Dal piano geopolitico, Ignazio Visco si trasferisce a quello economico, le cui conseguenze hanno una portata significativa:

Bisogna evitare a tutti i costi una vana rincorsa fra prezzi e salari di fronte all’aumento dell’inflazione. Servono opportuni e temporanei interventi di bilancio, da mettere in atto con un occhio alle finanze pubbliche. Misure utili a contenere i rincari delle bollette energetiche e sostenere i redditi familiari“.

L’aumento dei prezzi delle materie prime di importazione è una tassa inevitabile, tocca allo Stato ridistribuirne gli effetti tra famiglie, fattori di produzione e generazioni future non si può pensare di annullarne l’impatto d’insieme. L’elevato debito pubblico espone la nostra economia ad ampi rischi, strettamente connessi con la volatilità dei mercati. Ricorrere a esso per finanziare nuovi programmi pubblici non è la soluzione“.