Stranger Things sta animando il dibattito e le speculazioni dei fan sull’identità sessuale di uno dei suoi personaggi, Will Byers. Ecco cosa ne pensano gli attori Millie Bobby Brown e Noah Schnapp e il produttore e regista Shawn Levy.

Stranger Things: Millie Bobby Brown e Noah Schnapp sulla presunta omosessualità di Will Byers

Stranger Things è famosa in tutto il mondo per i suoi riferimenti alla cultura pop, alla fantascienza e al fantasy anni Ottanta.

Ma spesso ci si dimentica che la serie Netflix racconta quel fondamentale periodo di passaggio e di formazione dell’identità che è l’adolescenza. Inevitabilmente, quindi, la sessualità dei suoi personaggi gioca un ruolo fondamentale in questi processi, e la serie dei fratelli Duffer conferma la propria maturità nell’affrontarla senza banalità e con la dovuta delicatezza.
In particolare, oltre ai dibattiti sul villain Vecna e sull’ormai imminente finale della serie, previsto per la stagione 5, a far discutere è la rappresentazione della sessualità di uno dei protagonisti. La prima parte della quarta stagione, infatti, ha seminato diversi indizi circa la presunta omosessualità del personaggio di Will Byers, interpretato da Noah Schnapp. Ad esempio, già nel primo episodio, Will indica Alan Turing, matematico americano perseguitato per la sua omosessualità e costretto a sottoporsi a castrazione chimica, come suo eroe personale per un compito assegnatogli a scuola. Inoltre, più volte il ragazzo sembra vedere nel personaggio di Mike (Finn Wolfhard) qualcosa di più di un semplice amico.

Millie Bobby Brown: “Non serve mettere etichette”

Nel corso di un’intervista, Millie Bobby Brown e lo stesso Schnapp hanno voluto dire da loro sull’argomento. La star della serie, nel ruolo di Eleven (Undici in italiano), si è detta convinta che non serva sottolineare in modo troppo esplicito la sessualità di Will.

Siamo nel 2022 e non c’è più bisogno di mettere etichette. Credo che la cosa davvero affascinante del personaggio di Will, sia il fatto di vedere un essere umano alle prese con i suoi problemi e i suoi demoni personali. Tanti ragazzi là fuori non sanno qual è la loro identità e va bene così, perché non si deve per forza mettere un’etichetta a queste cose”.

Noah Schnapp: “Gli spettatori di Stranger Things possono capire cosa sta attraversando Will”

Schnapp è d’accordo con la giovane collega e indica come sia stata una scelta precisa degli autori non voler rivelare troppo sull’argomento.

“La bellezza di tutto questo è che gli autori della serie non hanno mai voluto definire esplicitamente questo aspetto di Will. Hanno lasciato al pubblico la decisione se Will si stia semplicemente rifiutando di crescere o se stia crescendo più lentamente rispetto ai suoi amici, oppure se sia davvero gay. È un ragazzo che sta crescendo ed è confuso, ed è esattamente quello che succede quando si è ragazzi. Will è una specie di zebra circondata da cavalli. Questo lo mette in risalto ed è davvero bello che Stranger Things lo mostri in questo modo, permettendo ai fan di capirlo e mettersi in relazione con lui. Perché molti degli spettatori dello show sono giovani che si trovano proprio in quel particolare periodo della loro vita”.

Il produttore: “Dietro a ogni personaggio c’è una strategia precisa”

Anche il produttore Shawn Levy si è espresso sulla questione, lasciando intendere che la serie darà in futuro qualche risposta in più su Will.

“Senza anticipare nulla di quanto succederà nella seconda parte della quarta stagione (in arrivo su Netflix il 1 luglio, n.d.r.), posso dire che in Stranger Things le cose non succedono quasi mai per caso. A ogni personaggio diamo intenti e pensieri reali. Perciò, se il pubblico è uscito dalla prima parte della stagione pensando che siano state gettate delle molliche di pane per indicare un certo sviluppo narrativo per il personaggio, probabilmente non è un caso”.

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