Top Gun 2 non poteva esistere, ovviamente, senza il suo protagonista, Tom Cruise. Ma per convincerlo a tornare era necessario toccare le corde giuste in questo sequel, a livello narrativo ed emotivo, come spiega il regista della pellicola Joseph Kosinski.
Top Gun 2: la decisione di Tom Cruise basata sul conflitto interiore del suo personaggio
Top Gun: Maverick è finalmente arrivato nelle sale, dopo un’attesa di 36 anni dal primo capitolo. Un’attesa ampiamente ripagata, stando ai dati del box office che vedono il film trionfare in Italia e nel mondo nel suo primo weekend di uscita nelle sale.
Un risultato raggiunto soprattutto grazie alla popolarità del suo protagonista. Tom Cruise, però, aveva bisogno di motivazioni profonde per tornare a interpretare il pilota Pete ‘Maverick’ Mitchell, come spiegato dal regista del film Joseph Kosinski.
In una lunga intervista, Kosinski ha spiegato che, per Cruise, il ritorno nel sequel doveva essere legato a un profondo sviluppo emotivo del suo personaggio.
“Avevo lavorato con Tom in passato [in Oblivion, n.d.r.] e sapevo che con lui il punto di partenza devono essere sempre il personaggio e le sue emozioni. Quindi gli ho proposto l’idea di Bradley Bradshaw (il pilota interpretato da Miles Teller nel film), cresciuto e diventato a sua volta un pilota della marina, e del suo difficile rapporto con Maverick. Poi c’era Maverick, chiamato ad addestrare questo gruppo di reclute per una missione che lui sa bene essere davvero molto pericolosa. E il conflitto interiore stava nella differenza tra l’essere un pilota che rischia la sua vita e un superiore che deve mandare altri a rischiare le loro vite. Ho parlato con veri ammiragli della Marina a proposito di questa differenza e mi hanno spiegato che per loro è quasi più difficile mandare altri a combattere anziché andare in prima persona. Dal mio punto di vista, era questo lo spunto per riprendere le emozioni e le relazioni tra i personaggi del primo film, e portarli verso nuove direzioni, ed è da lì che siamo partiti. Sono convinto che sia stato questo elemento a spingere Tom a tornare, proprio perché c’era una ragione emotiva”.
Cosa ha fatto Maverick in tutti questi anni?
Il percorso emotivo del personaggio di Maverick ha, quindi, convinto Tom Cruise a gettarsi anima e corpo nella realizzazione del sequel, sebbene in passato avesse definito “irresponsabile” l’idea di girarlo.
Kosinski spiega, quindi, che il film ovviamente risponderà anche alla domanda che si pongono tutti i fan del primo episodio: cosa ha fatto Maverick in questi 36 anni?
“A che punto della vita ritroviamo Maverick in questo film? La risposta attinge anche alle mie passioni, perché è da lì che proviene la sequenza iniziale del Darkstar, dal mio essere un appassionato di aerei e ingegneria aerospaziale e di un film come Uomini Veri. L’idea di ritrovare Maverick come pilota collaudatore sempre al limite di ciò che è umanamente possibile, mi sembrava la più appropriata e Tom l’ha adorata”.
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