Sciopero scuola 30 maggio 2022. Oggi la protesta di insegnanti e personale della scuola interesserà tutta l’Italia ed è stata indetta da Flc Cgil, Cisl scuola, Uil Scuola, Snals Confsal e Gilda Unams. Sono a rischio le lezioni, è previsto un corteo a Roma, che parte alle 10.30 da piazza Santi. Apostoli, contro il decreto su reclutamento e formazione.
Sciopero scuola 30 maggio 2022, le motivazioni della protesta
La scuola si ferma oggi 30 maggio: reclutamento, formazione, risorse per il contratto e precari sono i temi della protesta:
- modifica sostanziale del decreto del governo sulla scuola
- più risorse per il contratto scuola
- stralcio di tutte le parti che sono oggetto di contrattazione
- soluzione del problema del precariato
- nuovo percorso di abilitazione e stabilizzazione del rapporto di lavoro dei precari con 36 mesi di servizio
sono queste le richieste avanzate dai segretari generali di FLC Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal, Gilda Unams. Si legge sui siti delle sigle sindacali che hanno proclamato lo sciopero:
“Lo sciopero del 30 maggio è la risposta giusta e necessaria non solo per affermare il diritto del personale della scuola a un dignitoso rinnovo del contratto ma anche per dire no a interventi fatti per legge su materie come la formazione in servizio e il trattamento economico, di diretto impatto sul rapporto di lavoro e quindi da disciplinare in via negoziale”.
Su Twitter le parole del segretario generale della Cisl Luigi Sbarra:
“Oggi siamo con le lavoratrici ed i lavoratori della scuola in sciopero per rivendicare il diritto a un contratto con incrementi retributivi adeguati, formazione, progressioni, stabilità per i precari, investimenti seri. No al taglio di 9600 cattedre. Il DL 36 va cambiato”.
Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini
“La Cgil sarà a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola nello sciopero di lunedì 30 maggio. Uno sciopero per contrastare le norme introdotte nel decreto PNRR che tradiscono il patto per la scuola e negano il valore della partecipazione, del confronto e della contrattazione, come principali strumenti di valorizzazione e crescita delle professionalità che operano nel sistema di istruzione. E’ inaccettabile una formazione fatta per pochi, finanziata, peraltro, con i tagli di organico. Come pure sono inaccettabili le assenze di risposte per i precari che ogni giorno garantiscono il diritto allo studio. Le lavoratrici e i lavoratori della scuola saranno in piazza anche per rivendicare, ancora una volta, il diritto a un contratto giusto, per ampliare i diritti e garantire incrementi adeguati, in grado di ridurre la distanza dai salari europei”.